Prendersi cura in modo adeguato dei propri figli, naturale compito d’amore, appare un sfida audace nei nostri tempi caratterizzati dalla complessità della società.
Oggi i genitori vivono sollecitazioni esterne continue, complessità del mondo del lavoro, difficoltà nel trovare un aiuto familiare nella cura dei figli che pure quella cura pretendono e di quella cura necessitano per un corretto sviluppo della loro personalità.
E’ un fatto che i papà e le mamme di oggi hanno un acuto senso della propria identità, dei propri diritti, della propria autonomia.
Al loro naturale desiderio di dare il meglio di sé ai figli si accompagnano mete di carriera, ritmi di lavoro fortemente accelerati, compressi, che lasciano sempre meno spazio a un’adeguata cura dei rapporti personali.
La mancanza d’ascolto è la nota dolente dei rapporti con i figli, sostituita sovente da un utilizzo poco o affatto filtrato della televisione, del computer, della rete vischiosa di Internet.
Inoltre gli standard educativi stanno mutando: il narcisismo, l’immagine, dominano ovunque, per cui aumentano le pressioni sui figli perchè “onorino” la famiglia con buoni voti a scuola, una bella presenza, l’acquisizione di sempre nuove abilità da sfoggiare poi in società.
Il figlio, insomma, come prolungamento del narcisismo dei genitori.
Il fatto è che il bambino ha bisogno di capire chi è davvero, quale è il suo destino nella vita e nel mondo, ha acuta la necessità di creare piccoli progetti da condividere con i genitori, con i fratelli.
Deve imparare da subito a giocare con grande serietà e studiare come se fosse il più bello dei giochi.
I genitori lo debbono aiutare a sviluppare l’affettività e l’intelligenza,lo debbono guidare nella strada dell’amare e dell’essere amato senza impuntature ed egoismi .
Formule all’apparenza elementari per creare sicurezza e autostima nel bambino, quella sicurezza e quella autostima che gli permetteranno di essere un adulto autonomo ma socializzato, responsabile ma sereno.
Tutto facile nel migliore dei mondi possibile, complesso nel nostro così contraddittorio.
Laddove le famiglie non riescono a svolgere questo compito per obiettive difficoltà che la vita propone è bene non rifiutare un supporto psicologico discreto e adeguato.
La richiesta di aiuto di oggi potrebbe essere la chiave di volta per fare del proprio figlio un adulto sereno domani. Una riflessione genitoriale importante e da non trascurare.
Dott. Antonio Cervigni, psicologo dello sviluppo e dell’educazione
E’ possibile interpellare il dott. Cervigni tramite mail, scrivendo all’indirizzo psicologodellemamme@gmail.com IL SERVIZIO è GRATUITO
Il dott. Cervigni è partner del Club delle Mamme di Macerata e provincia. Se vuoi saperne di più, clicca il seguente link: https://www.mammemarchigiane.it/wordpress/?page_id=1015
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Ciao a tutte. Ho letto i vostri commenti e ho ricordato, quasi con commozione i “miei” sensi di colpa. io sono mamma di 2 cuccioli di 20 e 1 anni. Sono ormai grandi ma quando erano piccoli e io lavoravo ero sempre “combattuta”… morale: quando siete al lavoro cercate di non pensare ai vostri figli, cercate di realizzarvi, se andate a cena fuori (magari una volta all’anno) godetevi quel momento e arricchitevi: la mamma serena ed appagata uando è vicina ai propri cuccioli è la mamma migliore che si possa desiderare. Ciao a tutte!!!!
Sono contento che il mio intervento abbia generato così tante risposte, pareri, dubbi. Il lavoro della mamma non è mai stato un lavoro semplice soprattutto ora che le donne vivono la maggior parte del tempo lontano dai propri bambini per poter, giustamente, continuare la propria attività professionale. Bisogna peró precisare che una mamma non puó prescindere dal suo ruolo e che se anche il tempo che ha a disposizione per i propri piccoli non è tanto deve sapere migliorare la qualità di questi momenti in maniera inversamente proporzionale alla quantità. Per cui non trascurate i pochi momenti da dedicare ai vostri piccoli e immergetevi nei loro giochi, nella loro affettività, nel loro essere figli. Un discorso diverso invece è quello delle mamme che cominciano a non sentirsi più”donne” ma penso che potró affrontarlo più dettagliatamente nel mio prossimo articolo. Non esitate a contattarmi. Io sono qui pronto ad ascoltarvi.
Il problema è uno solo: quasi nessuna di noi riesce ad ottenere una benchè minima riduzione di orario al lavoro…non dico 4 ore, ma già lavorarne 6 sarebbe tutta un’altra cosa. Anche io ho 2 bambini ma dove lo trovo il tempo per loro se esco alle 8 e a parte un’ora a pranzo torno alle 18,30 quando va bene? Scusate lo sfogo ma per quanto riguarda il sostegno alle famiglie l’Italia è molto indietro, purtroppo.
Dopo la nascita del mio primo figlio, che ha 5 anni, ho ottenuto, fortunatamente , il part time. Lavoro 6 ore e alle 15 sono a casa e tutta per loro… Ho anche un’altro bimbo, di 17 mesi. Quando esco dall’ufficio dico che vado ad iniziare… il mio lavoro vero, quello più impegnativo e gratificante. Ho scelto di rinunciare alla carriera, mi accontento di quello che faccio e non mi sono finora pentita della scelta: ho voluto così tanto i miei due cuccioli che ogni momento passato lontano da loro mi sembra “sprecato” (condivido tutto ciò che è stato detto sui sensi di colpa”…. onestamente, per poter “stare con loro” nel migliore dei modi trascuro anche la casa. Faccio lo stretto indispensabile, il resto del tempo è tutto per loro! Quando saranno grandi e cercheranno altre compagnie, tornerò a essere una casalinga full time. Certo che di tempo per me ne resta poco e a volte fatico a trovare il confine tra la mamma e la donna: non so più dove finisce la mamma e comincio Io. Per questo sto cercando di ritagliarmi qualche piccolo momento per me bandendo anche ogni senso di colpa. Partendo dal presupposto che penso di stare facendo la mamma al meglio delle mie capacità, ritengo che una donna serena possa essere una mamma migliore…
cerco di fare sempre il possibile per farla stare con me, la porto con me anche a lavoro,a fare la spesa, ovunque(e non è facile..), ma appena la lascio per fare qualcosa per me(per ricordarmi che sono una DONNA)mi sento in colpa!!poi mi dispiace perchè anche se è sempre con me non posso dedicarmi sempre a lei, ma la vedo tranquilla e felice, ride sempre..allora mi tranquillizzo pure io!!
Sempre, continuamente, ma cosa possiamo farci? Io dico sempre con le mie colleghe, mamme come me “mal comune mezzo gaudio”!!! Cerchiamo di essere razionali e fare il meglio che si può ma ricordiamo sempre che non siamo Wonderwoman ; )
Anche per me di continuo! figuriamoci quando dovrò tornare a lavoro 🙁
di continuo…a volte mi sento in colpa se mi ritaglio dei piccoli spazi per le cose che mi piacciono!!!!!
Mamme, vi capita a volte di sentirvi sempre di corsa e di non riuscire a dare ai figli tutto ciò che meritano?