E’ di oggi la notizia, riportata dal quotidiano ‘Cronache Maceratesi’ di una singolare protesta messa in atto dai genitori dei bambini della classe IV elementare della scuola elementare di via Pace a Macerata ( http://www.cronachemaceratesi.it/2011/05/05/non-mandano-i-figli-a-scuola-per-un-alunno-troppo-vivace/ ).
Sembra che i bambini siano stati tenuti a casa e obbligati ad astenersi dalle lezioni a causa della presenza in classe di un alunno, decisamente molto vivace, che disturberebbe da tempo la quiete della classe.
Il bambino, già al secondo cambio di scuola per le stesse difficoltà, sembrerebbe disattento, disturbatore, a volte violento e con la tendenza alla fuga.
I genitori dei suoi compagni, riporta il giornale, vorrebbero così costringere le insegnanti e il dirigente scolastico aprendere una posizione al riguardo.
Da tutto questo nascono molte riflessioni, premesso che, non essendo coinvolti in prima persona, è difficile giudicare:
come si starà comportando la famiglia del bambino ‘incriminato’? Forse avranno bisogno di aiuto e sostegno. Come dovrebbero comportarsi i genitori dei suoi compagni?
Sempre più spesso si sente parlare di ADHD, ovvero disturbo da deficit di attenzione e iperattività (in inglese Attention Deficit and Hyperactivity Disorder, ADHD), ma è anche vero che molte volte si rischia di abusare di questa definizione, finendo per etichettare come malati dei bambini semplicemente molto vivaci.
Essere genitori ed educatori è un compito sempre molto difficile e non sempre si riescono a prendere le decisioni più adeguate. Forse però a volte occorrerebbe farsi aiutare, informarsi e cercare la solidarietà di chi ci sta vicino, quando ci sono persone affidabili.
C’è chi dice che certe problematiche siano figlie dei tempi, chi le attribuisce alla somministrazione di determinati cibi o farmaci, come anche i vaccini. Certo è che a volte abbiamo perso l’abitudine ad affrontare la parte ‘selvaggia’ dei bambini, che comunque rapprsenta anche la nostra stessa essenza, sopita dagli anni, dall’educazione e dalla nostra presunta maturità.