DANIEL PENNAC diceva: “A nascere son buoni tutti! Persino io sono nato! Ma poi bisogna divenire! Divenire! Crescere, aumentare, svilupparsi, ingrossare (senza gonfiare), accettare i mutamenti (ma non le mutazioni), maturare (senza avvizzire), evolvere (e valutare), progredire (senza rimbambire), durare (senza vegetare), invecchiare (senza troppo ringiovanire), e morire senza protestare, per finire… un programma enorme, una vigilanza continua… perché a ogni età l’età si ribella contro l’età, sai! E se fosse solo questione di età… ma c’è anche il contesto!”
Questo evolvere, mutare, divenire, accade anche alla famiglia e ai suoi membri, dal momento in cui essa nasce (costituzione della coppia) fino al completamento del suo ciclo di vita (pensionamento e morte).
La famiglia è un sistema vivente, il cui sviluppo avviene per “stadi” all’interno della dimensione tempo: essa passa attraverso una serie di “epoche” e ognuna consiste in un “periodo di transizione”.
Ogni gruppo familiare, nel corso del suo ciclo di vita, passa attraverso una serie di stadi che richiedono dei cambiamenti di ruolo sia intra-familiari, per esempio quando nasce un bambino nascono due genitori e il passaggio di ruolo è da coniugi a genitori, che extra-familiari, dovuti al coinvolgimento dei singoli membri in sistemi sociali come la scuola, il mondo del lavoro etc… che richiedono al singolo soggetto, di affrontare dei cambiamenti del proprio ruolo.
In tutto ciò però è fondamentale che ogni singolo membro abbia superato con successo la fase della “differenziazione” dalla famiglia di origine. Differenziazione nel senso di “distacco emotivo”, il che non vuole dire “taglio” ma la consapevolezza che posso formare una nuova famiglia o coppia senza sentirmi limitato o costretto nei confronti della mia famiglia di origine. Senza provare sensi di colpa o sentire che sono in “debito” ( Boszormenyi-Nagy Lealtà Invisibili,1988) nei loro confronti, perché ciò non mi permetterebbe di essere libero, nel senso di “differenziato” ( Bowen M., 1979, Dalla famiglia all’individuo. La differenziazione del sé nel sistema familiare intergenerazionale).
Le principali fasi del ciclo di vita della famiglia corrispondono a quelli che la psicologa Eugenia Scabini definisce gli eventi critici: la formazione della coppia, la nascita dei figli, la loro adolescenza e la loro uscita dal nucleo familiare, infine il pensionamento, la malattia e la morte.
Ogni fase è caratterizzata da specifici compiti di sviluppo che comportano una continua rielaborazione dei rapporti a livello di coppia, delle relazioni genitori-figli e di quelle con la famiglia d’origine.
Ogni appartenente alla famiglia, in ogni fase del ciclo di vita familiare, è impegnato ad affrontare più compiti di sviluppo, perché coinvolto in più relazioni.
La soluzione di questi compiti consente il passaggio alla fase successiva.
Il passaggio da una fase all’altra del ciclo di vita, individuale e familiare, è un “evento critico”. Come nell’individuo vi sono diversi momenti di passaggio (crisi di crescita) da modalità di comportamento convalidate ad altre più adeguate e mature, così la famiglia deve riorganizzarsi al suo interno per rafforzare le modalità del suo funzionamento, quando risultano inadeguate rispetto alla nuova situazione, favorendo il proprio cambiamento. Una crisi è positiva se consente la crescita psicologica e sociale dei membri; negativa se la famiglia non riesce ad organizzarsi.
La famiglia deve imparare ad affrontare i propri conflitti. La conflittualità non è negativa: essa caratterizza ogni crisi di crescita da una fase dello sviluppo ad una più matura. Il conflitto diventa negativo quando è temuto e non ammesso, ma viene negato e represso.
Dott.ssa Marta Cittadini, psicologa
La dott.ssa Marta Cittadini, psicologa, dispone di un suo spazio on line, all’interno del Club delle Mamme di Macerata e provincia, per dare supporto e consulenze alle mamme e ai papà (o futuri tali) che seguono il Club delle Mamme e che vorranno rivolgersi a lei. CLICCA QUI per visitare la pagina della dott.ssa Cittadini
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