L’esperienza dell’allattamento è una fase importante della vita di ogni donna per creare una relazione di stretta armonia tra mamma e neonato.
I primi giorni di vita di un bambino, così come i primi mesi, sono momenti molto delicati: mamma e neonato iniziano a conoscersi. L’allattamento è un tempo dedicato nel quale solo i due protagonisti dialogano e pochi altri possono intervenire. Proprio per questo è bene prepararsi al meglio per tale gesto in modo da potersi offrire senza interferenze al proprio cucciolo.
È importante sapere che il corpo materno, nel momento in cui sa di ospitare una nuova vita, mette in moto una serie di modificazioni ormonali per poter provvedere allo sviluppo di questa creatura. La produzione di latte si ha, quindi, in tutte le donne in stato di gravidanza ed è una produzione costante e continua nell’arco della giornata. Non solo: si è visto, inoltre, che più il seno viene stimolato nel numero di poppate, più produce latte.
I primi 3 – 5 giorni dopo il parto viene prodotto un latte molto particolare e prezioso: il colostro, un liquido giallognolo e denso; la sua fuoriuscita si ha fin quando non sopraggiunge la montata lattea.
Il colostro ha delle proprietà nutritive molto particolari, esso infatti è ricchissimo di grassi e di nutrienti, per cui, anche se assunto in piccole quantità, basterà per nutrire il piccolo nei primi giorni di vita.
Inoltre attraverso il colostro la mamma ha la possibilità di passare le prime difese immunitarie al suo piccolo, garantendo così una protezione di base dagli agenti estranei.
Non bisogna stupirsi se un neonato i primi giorni di vita richiede il seno molto spesso, fino addirittura a dare l’impressione che voglia stare sempre attaccato: risponde solamente ad un bisogno fisiologico che la natura stessa gli impone.
Egli infatti per natura sa che più stimolerà il seno materno prima arriverà la montata lattea, è il suo modo per garantirsi un adeguato apporto di latte in futuro.
Nonostante il rapporto tra madre e bambino sia un rapporto viscerale, non è scontato che questa familiarità si riscontri nell’atto di attaccarsi al seno, non sempre immediato e spontaneo. Numerosi studi evidenziano che il contatto pelle a pelle e la possibilità di succhiare al seno entro la prima ora dalla nascita sono fattori che favoriscono un buon ancoraggio del bambino al seno materno.
Nel momento in cui si inizia la poppata è bene far si che il neonato possa concludere la suzione su quel seno, si potrà così offrire la stessa mammella dopo una pausa in modo tale da garantire che il piccolo riceva anche il latte più profondo.
Il “primo” latte infatti, quello che esce per primo ad ogni poppata, è più liquido e diluito, il suo scopo è di idratare e dissetare il bambino.
Il “secondo” latte invece, cioè quello che sopraggiunge dopo un po’ che il bambino ciuccia, è il pasto vero e proprio grazie al quale il bambino riceverà un buon apporto di calorie. Si può offrire l’altra mammella se il piccolo rifiuta di attaccarsi alla prima.
Una regola fondamentale, senza la quale non si avrà mai successo nell’allattamento, è la comodità della mamma, questa è l’unica regola valida per tutte.
UNA MAMMA NON può ALLATTARE SE NON è COMODA E BEN RILASSATA.
Quindi quando ci si accinge ad attaccare al seno il proprio cucciolo bisogna prima di tutto pensare a se stesse: procurarsi dei cuscini per sostenere la schiena, una coperta per proteggersi, uno gabellino per sostenere i piedi se si allatta da sedute etc.
La poppata non ha durata: il bambino che si addormenta al seno e lascia il capezzolo da solo è un bambino appagato dal suo pasto. Un altro elemento indicativo sono le manine: se il piccolo non tiene più i pugni chiusi, ma anzi mostra le manine morbide e rilassate, la poppata è stata soddisfacente. Si può favorire la serenità di mamma e bambino scegliendo un luogo per allattare un po’ defilato e silenzioso, così da dedicare tutta l’attenzione a questo gesto. Una luce soffusa e fioca può essere un valido aiuto.
L’allattamento non è doloroso, anzi è un momento di appagamento della mamma che si sente in grado di provvedere al suo piccolo. Inizialmente può essere fastidioso: il capezzolo è una zona molto sensibile e i primi tentativi di ancoraggio da parte del bambino possono traumatizzarlo un po’.
È utile ed interessante sapere che il colostro, e così anche il latte materno, ha delle notevoli proprietà cicatrizzanti ed è anche una buona crema idratante; spalmare qualche goccia di colostro sul capezzolo al termine di ogni poppata può essere una buona strategia per prevenire irritazioni e ragadi.
Quando si deve staccare il bambino dal seno, perché si è attaccato male e il seno fa male, o per qualsiasi altro motivo, bisogna stare attente a non tirare via il bambino senza prendere alcuna precauzione. Strappare il bambino dal seno è il miglior modo per farsi male e danneggiare il capezzolo: semplicemente inserendo un dito (di solito il mignolo perché più piccolino) tra la bocca del lattante e il seno viene meno l’effetto ventosa, prevenendo così qualsiasi lesione.
Un’altra piccola accortezza che può favorire la serenità del momento è quella di non attendere il pianto del piccolo ma di offrire il seno ai primi segni di fame: il neonato ha un linguaggio molto semplice ma ben indicativo. La lingua che si muove, i pugni chiusi, un sonno non più profondo o addirittura il ciucciarsi le manine sono tutti segnali che ci fanno capire che è imminente l’ora della poppata. Attaccando il bambino in questo momento può essere un modo valido per prevenire traumatismi al seno: un bambino arrabbiato dalla fame appena ha il capezzolo in bocca ciuccia come può, senza sentire se ha bene il capezzolo in bocca.
Un piccolo consiglio è di alternare la mammella che si offre all’inizio di ogni poppata. Può capitare che un bambino preferisca una mammella all’altra, è anzi molto frequente e non è causa di grandi problemi, è comunque consigliabile cercare di farlo poppare da entrambe.
Il latte materno è unico per ogni bambino e ,addirittura nella stessa donna in due gravidanze diverse, si hanno variazioni nella composizione del latte. Questo perché il corpo di una mamma sa di cosa ha bisogno il suo cucciolo ad esempio producendo latte più liquido quando è caldo, e più grasso e nutriente quando è freddo.
Ostetrica Dr.ssa Giulia Moriconi
Per fare domande e avere dei contatti con l’ostetrica Giulia attraverso il canale del Club delle Mamme, scrivere una mail all’indirizzo ostetricadellemamme@gmail.com IL SERVIZIO è GRATUITO!
Bibliografia:
– Quaderni di D&D, “Educare alla nascita, strumenti fisiologici e maieutici”, Scuola Elementale di Arte Ostetrica;
– D&D, “L’Accoglimento”, Rivista n°63, Scuola Elementale di Arte Ostetrica;
– Pescetto, Pecorari, Ragni, “Ginecologia e Ostetricia”, volume 2, Società Editrice Universo;
– Guana, Cappadona, Di Paolo, Pellegrini, Piga, Vicario, “La disciplina Ostetrica”, McGraw-Hill.
– La Leache League International, Allattamento al seno:Il Libro Delle Risposte vol. 1
Ciao Michela, la tua è una parte di verità.
Mi spiego meglio: sucuramente è molto importante la motivazione personale e più che altro quanto ci sentiamo pronte a dedicare noi stesse ad un’altro esserino totalmente dipendente da noi… Non credere ma quest’ultima frase ha un gran peso!!!! Inoltre bisogna anche vedere il contorno famigliare che si ha, la propria autostima, il contesto culturale. Ci sono alcune mamme che per tradizione si rifiutano di allattare senza nemmeno provarci…
Considera poi che nell’allattamento si è in due, io in quest’articolo è come se avessi fatto un po’ i “conti senza l’oste”: ogni bambino ha il suo carattere ed è capace di manifestarlo sin da piccolo!!! Questo ha dei riverberi anche nell’allattamento.
Infine, anche se non ultimo, ci sono anche i fattori ormonali: un seno che viene stimolato poco o una mamma troppo stressata (per vari e molteplici motivi) sicuramente non ha in circolo una quantità di ormoni tale da garantire latte per sfamare il suo piccolo.
Insomma ogni caso è a se, mai come nell’allattamento ci sono dei dogmi veri e propri, ma bisogna analiizzare caso per caso. Non a caso questo articolo è concepito come un consiglio e l’unica regola vera e propria e universale per tutte è quella della comodità della mamma.
Spero di essere stata chiara.
Ostetrica Giulia Moriconi.
articolo molto interessante…io ho allattato Bianca x 13mesi poi ho smesso x mia decisione,ma vorrei sapere xchè alcune madri allattano ed altre no?Mi spiego meglio:il mio pensiero è che tutte possiamo allattare ma bisogna vedere se effettivamente siamo pronte ad affrontare ciò,xchè allattare significa anche sentirsi molto legate al bambino,il fatto di non poter delegare nessun altro un pò pesa a volte…sto dicendo una fesseria o è davvero così?