Si terrà giovedì 31 maggio, dalle ore 9.00, a Fermo, nel Centro Congressi San Martino, il convegno dal titolo “Conciliazione dei tempi di vita e lavoro: riflessioni, buone prassi e proposte future” a cura dell’Ambito Sociale XIX, coordinato dalla Dott.ssa Daniela Alessandrini, in collaborazione con la Consigliera di Parità per la Provincia di Fermo Barbara Ermini, nell’intento di favorire la diffusione e il rafforzamento della cultura della conciliazione e al fine di offrire un primo momento di dibattito. Il Presidente della Provincia Fabrizio Cesetti e l’Assessore alle Politiche per la Famiglia e le Pari Opportunità della Provincia di Fermo Adolfo Marinangeli porteranno il loro saluto, in aggiunta ad altre eminenti autorità del fermano. L’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Bondonno relazionerà in materia di immigrati e lavoro.
Pur nella consapevolezza di questa dimensione globale della conciliazione, come Consigliera di Parità non posso tuttavia non sottolineare che il tema della conciliazione in Italia, più che in altri Paesi, presenta dei forti connotati di genere visto che, come evidenziato nel Rapporto Istat “La conciliazione tra lavoro e famiglia” (2011), la cura dei figli, soprattutto nei primissimi anni di vita, rimane un compito femminile, con conseguenti aggiustamenti nella vita lavorativa (37,5% delle occupate che hanno figli con meno di 8 anni hanno interrotto temporaneamente il lavoro dopo la nascita del figlio più piccolo per almeno un mese, oltre al periodo di astensione obbligatoria). L’assenza è effetto, soprattutto, dell’indisponibilità di servizi di supporto adeguati alle proprie esigenze in termini di costi, orari, vicinanza alla zona di residenza e presenza di personale specializzato. In Italia la condizione di madre si associa a una minore presenza femminile sul mercato del lavoro: tra le 25-54enni madri di bambini/ragazzi coabitanti con meno di 15 anni, le donne attive nel mercato del lavoro sono il 60,6% e quelle occupate il 55,5%, valori significativamente inferiori a quelli delle altre donne di questa stessa fascia di età. Diversamente accade per gli uomini che in presenza di un figlio manifestano, al contrario, un maggior coinvolgimento nel mercato del lavoro (il 90,6% dei padri è occupato, contro il 79,8% degli altri), a conferma del tradizionale ruolo maschile di fornitore del reddito principale della famiglia. Non solo figli, in quanto non di rado sulla donna pesano anche i carichi di cura di adulti malati, disabili o di anziani: le donne sono coinvolte in questo tipo di responsabilità di cura più spesso degli uomini (42,3% contro il 34,5%) e anche per questo risulta più bassa la loro partecipazione al mercato del lavoro. Sembra proprio allora che un primo intervento verso un efficace modello di conciliazione risieda proprio nella redistribuzione dei ruoli tra generi. Solo una diffusa e condivisa rivoluzione culturale, finalizzata al superamento degli stereotipi di genere, può operare come terreno fertile su cui far fruttare i benefici di politiche di supporto alla partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Per maggiori informazioni, potete scrivere a: consiglieraparita@provinci
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Le Consigliere di Parità sono a disposizione, nell’ambito delle loro competenze, per consigliare e/o intervenire in caso di discriminazioni di genere sul lavoro.
Ho inserito il vostro blog tra quelli amici nel nostro!
Grazie mille, Paola!
Ho aggiunto anche io il vostro nel mio elenco dei link, qui a sinistra! Silvia