Da quando sono rimasta incinta, alla mia prima gravidanza, ho cominciato a nutrire interesse per la letteratura ‘di genere’, o meglio, per i libri scritti preferibilmente da mamme, sull’essere tali.
Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di testi di questo tipo, sicuramente grazie al boom del fenomeno del mommy blogging e le case editrici hanno iniziato a pubblicare opinioni, racconti, consigli e vita vissuta, descritti dalle stesse protagoniste.
Nel mare magnum di queste opere, spesso ironiche, divertenti e più o meno realistiche, sono approdata finalmente ad un testo che ho trovato sinceramente illuminante. Non perché mi abbia rivelato grandi verità che prima ignoravo, ma semplicemente perché l’autrice, in una prosa fluida e coinvolgente e con umorismo che trapela dalla prima all’ultima riga, dice esattamente come stanno le cose e ci racconta quello che tutte noi viviamo, senza cristallizzazioni da rivista patinata.
Sto parlando di:
Le Mamme non mettono mai i tacchi, antiguida al mestiere di mamma, di Luana Troncanetti. Roma, edizioni Galassia Arte, 2012.
Si tratta in realtà di una riedizione, perché per la prima volta questo testo è stato pubblicato già nel 2007, da un’altra casa editrice, per cui possiamo giustamente definirlo l’antesignano dei testi di letteratura mammesca nel nostro paese. Ora esce di nuovo, aggiornato e in una splendida veste (pronto per le feste si direbbe!).
Di che si tratta? Il titolo parla chiaro: è una guida, o meglio, un’antiguida al mestiere di mamma. Luana Troncanetti ci parla della sua esperienza con Superboy,
piccolo Attila in erba, che l’ha messa alla prova fin dal giorno in cui l’ha fatta entrare in sala parto: in pratica quello che tutte le mamme hanno passato o passeranno, con varianti legate alla tipologia di figlio che ci è capitato (o ci capiterà) in sorte.
“Le mamme non mettono mai i tacchi” non vuole essere un invito alla rinuncia ascetica di questo feticcio dell’immaginario femminile di tutto il mondo, ma è semplicemente una metafora della constatazione di una condizione, che si acquista con lo status di madre: l’inizio di una corsa sia fisica che mentale, che richiede spesso e volentieri agilità di movimento e comodità di calzatura.
Condivido pienamente, dato che ricordo con precisione che l’ultima volta che ho messo i tacchi risale ad una settimana prima del mio primo parto, circa due anni e mezzo fa. Poi, va bè, come dice l’autrice del libro, dipende sempre da che figlio ti capita e da come sei tu, perché i bambini, come le mamme, non sono tutti uguali e ho amato molto che questo concetto venisse sottolineato più volte nell’opera, a difesa di una soggettività che, a mio parere, va sempre tenuta presente quando si parla di neonati, bambini, gravidanza e scelte genitoriali.
Leggere questo libro è come chiacchierare con un’amica con cui si ha confidenza.
” Nessuno può insegnarti come fare il genitore, perché i bambini sono pezzi unici e non nascono col libretto delle istruzioni attaccato al cordone ombelicale”. “L’unica regola valida da adottare quando ti assumi la responsabilità di crescere un figlioè convincerti che non esistono regole valide. E se decidi di mettere in pratica un suggerimento, fallo col beneficio del dubbio. Se non funziona, vuol dire che non va bene per tuo figlio. Non significa che non funzioni tu.”
Con queste frasi si apre l’opera di Luana, che ci tiene a ricordare che lo scopo del libro è di abbracciare ogni mamma lettrice con un confortante “Coraggio, cara. Capita anche a me“.
L’opera si svolge in 7 divertentissimi capitoli, che scorreranno via in men che non si dica, tra risate e implicite approvazioni: il vostro compagno vi guarderà con sospetto sghignazzare da sole e annuire, immerse nella lettura.
Si passano in rassegna tutte le situazioni tipo della maternità, dai libri e riviste specializzati, alla famigerata SOS TATA, suscitando domande esistenziali del tipo
“Perché una mamma, che ha sempre adottato le tecniche più svariate per farsi ubbidire dal proprio figlio (assolutamente identiche a quelle prospettate dalla Tata) si ritrova comunque un bambino irrimediabilmente disubbidiente?”.
Si parla delle leggende sul parto e delle terroriste che godono al racconto splatter della propria esperienza , e poi ancora di allattamento, dei parenti, delle tipologie di madre, di shopping, di sonno, capricci, giocattoli, cartoni animati, pazienza, confronti, sensi di colpa e tanto altro. Ce n’è anche per i papà, che vengono suddivisi in varie categorie, ognuna abbinata ad un tipo preciso di donna.
E’ insomma un testo che ho apprezzato e che consiglio, perché al di là di ogni ipotetica indicazione su come fare la madre, le cose di cui penso che ognuna di noi abbia bisogno siano decisamente comprensione, sdrammatizzazione e tanta ironia, ricordando che “crescere un figlio è come un giro sulle montagne russe: splendido, spaventoso e divertente“.
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Il libro è disponibile nelle librerie tradizionali e on line. Nelle Marche è possibile acquistarlo di certo alle Librerie Feltrinelli, Ancona, Corso Garibaldi, 35 e Macerata, C.so della Repubblica, 4-6. In tutte le altre, se non lo doveste trovare, è possibile ordinarlo e riceverlo in pochissimo tempo.
Questa è in assoluto una delle recensioni più complete, esaurienti e meglio descrittive del mio libercolo che io abbia mai letto. Sono sinceramente commossa, ed è veramente complicato far venire le lacrime agli occhi a una tipa che ha il sorriso perennemente tatuato sulle labbra.
Grazie…
E’ stato un piacere, sia leggerti, sia scrivere le mie impressioni al riguardo! 🙂