
Questo mese parliamo di una problematica relativamente frequente in ambito ortodontico, l’inclusione del canino permanente.
Per “inclusione” si intende la mancata eruzione di un dente nei tempi fisiologici ed i canini permanenti superiori sono, denti del giudizio a parte, gli elementi dentari che statisticamente più di frequente hanno problemi di questo tipo;
seguono, per incidenza statistica di inclusione, i secondi premolari inferiori e gli incisivi centrali superiori.
I canini superiori statisticamente erompono in arcata tra i 10 ed i 13 anni, con variabili legate al sesso (femmine più precoci, maschi più tardivi), per cui la loro non comparsa entro i 13-14 anni deve far sospettare un’inclusione.
La diagnosi di inclusione è sia clinica, non presentandosi in arcata il canino nei tempi fisiologici (foto 1), che radiografica (foto 2 e 3).
Le cause che possono causare la “non comparsa” in arcata di un canino superiore possono essere molteplici:
mancanza di spazio, presenza di denti soprannumerari, estrazioni precoci di denti decidui,traumi,anomalie dentarie, cisti, permanenza in sede del canino deciduo oltre il normale periodo di permuta.
Limitandoci alle evenienze statisticamente più frequenti possiamo sintetizzare che quasi sempre il canino rimane incluso per problemi dovuti a mancanza di spazio in arcata o per la permanenza in arcata oltre i limiti di tempo naturali del canino da latte.
Terapia ortodontica
A parte casi “limite”in cui la posizione del canino è così “lontana” dalla sua sede naturale da sconsigliarne il recupero e far optare per la sua estrazione chirurgica, la soluzione migliore è solitamente abbinare una terapia ortodontica fissa con un piccolo intervento chirurgico in modo tale da salvare il dente ed avere, a fine trattamento, una bocca con tutti i suoi elementi naturali.
Durante la terapia ortodontica con apparecchi fissi si aumenta lo spazio a disposizione del canino incluso, si estrae se ancora presente il canino da latte ed al momento opportuno viene effettuato l’intervento chirurgico di “scappucciamento” del dente incluso che successivamente verrà trazionato dall’apparecchio nella sua posizione naturale. (foto 4-5-6-7).
Quindi possiamo sicuramente dire che oggi un canino che non “spunta” non rappresenta più un problema insormontabile, essendo possibile quasi sempre “accompagnarlo” con l’ortodonzia nella sua sede naturale.
Carlo Zagoreo
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STUDIO di Odontoiatria Infantile e Ortodonzia
DR. CARLO ZAGOREO, SPECIALISTA IN ORTODONZIA
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Vorrei sapere se oltre alla terapia ortodontica fissa, è indispensabile fare delle sedute di osteopatia per rendere più rapida la discesa del canino incluso che è lento a scendere. Grazie
Gentilissima Lara
i canini inclusi ed il loro riposizionamento ortodontico/chirurgico rappresentano una delle “sfide” più complesse per l’ortodontista.
I motivi per cui un canino ci mette molto tempo ad essere “trazionato” in arcata sono tanti, l’età del paziente, lo spazio adeguato creato dall’ortodontista, ma soprattutto la posizione di partenza iniziale; talvolta i canini rimangono inclusi molto in alto, talvolta sono molto spostati verso gli incisivi, talvolta verso i premolari, talvolta in inclusione palatina,talvolta vestibolare. Sicuramente il fattore tempo è condizionato principalmente dalla lontananza del canino incluso dalla sua sede naturale; a volte la loro posizione è cosi lontana che il riposizionamento è sconsigliato ed è preferibile la loro estrazione, A volte non si muovono durante il trattamento ortodontico, anche se ben eseguito, perchè sono “anchilosati”, cioè fusi con l’osso che li circonda.
Ovviamente nella maggior parte dei casi, soprattutto nel paziente adolescente,l’inclusione è risolvibile ed è la terapia migliore.
Come vede non ho parlato di osteopatia, per il semplice motivo che la velocità di disinclusione di un canino dipende da tanti fattori ma sicuramente non dipende dal fatto che durante il trattamento vengano o non vengano effettuate sedute osteopatiche; l’unica differenza sarà, sicuramente, sulla spesa totale che lei dovrà sostenere…
Spero di esserle stato utile.
Dr. Carlo Zagoreo