
Il dr. Antonio Cervigni, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ci parla del terremoto e di come affrontarlo insieme ai bambini:
“Le oltre ventiduemila scosse di terremoto, che dallo scorso agosto stanno facendo tremare la nostra terra, stanno costantemente mettendo a dura prova tutti noi.
La ragione del nostro malessere è legato alla inconsapevole avvertenza di un evento imprevedibile, incontrollabile, eppure estremamente reale e tangibile che si è presentato non a bussare educatamente alle porte delle nostre case, ma a scrollare con violenza inaudita.
Non a caso Jacques Lacan definiva il reale “Qualcosa da cui non si può scappare”.
Per affrontare un trauma così importante bisogna sempre partire da un’idea: avere paura è naturale, soprattutto se la nostra paura è riferita ad un fenomeno naturale incontrollabile come quello di un terremoto.
Siamo abituati a vivere un mondo nel quale si dà per scontato che ogni singolo elemento della nostra vita debba essere efficiente e controllabile e, come diretta conseguenza, dobbiamo essere sempre pronti a rispondere a tutto e a tutti in tempi rapidi, dimenticandoci che i ritmi della natura sono altri e che l’unico modo per sconfiggere l’angoscia non è altro che l’attesa.
Il tempo dell’attesa però è un tempo positivo se vissuto nella relazione e nella parola.
L’empatia e la vicinanza possono più di ogni altra cosa dipanare la matassa dell’angoscia regalandoci nuove prospettive di riflessione e serenità.
In questi giorni sono stato contattato da numerose famiglie i cui bambini erano profondamente impauriti.
Ne ho visti alcuni. La maggior parte delle volte erano bambini che vivevano in maniera angosciante la paura degli eventi accompagnati da genitori molto più angosciati di loro.
E’ bastato ascoltarli e iniziare parlare di nuovo della loro vita, dei giochi e della normalità delle cose che piano piano hanno iniziato a riprendere la loro sacrosanta serenità.
Il fastidioso brodo di significanti in cui si sono trovati sommersi ha iniziato a sparire e sono tornati a sorridere e a pensare alla vita.
Non sempre è così semplice ma credo che il segreto sia tutto nell’ascolto e nella parola e nel trovare la giusta strada per spiegare loro come questi eventi naturali fanno parte del naturale andamento della vita sul nostro pianeta.
La paura si combatte con il gioco e con la sincerità.
Troppe volte ci imbattiamo in lunghi manuali di come fare e non fare con i nostri figli soprattutto a seguito di questi tragici eventi e troppe volte tutto questo non combacia con la realtà dei fatti.
Non esiste un buon metodo o un esercizio da mettere in piedi per tirare fuori un bambino dalla paura del terremoto ma esistono l’amore e la vicinanza e soprattutto il rispetto per la soggettività e l’unicità di chi abbiamo di fronte.
Francois Dolto, psicoanalista dell’infanzia a me molto cara, diceva che ogni bambino ha bisogno di “vita” e credo che la risposta più esatta possa essere data da questa mia esperienza.
Sono papà di due bambine, gemelle di due anni, e quella mattina ero a dormire con loro al piano terra della casa dei miei genitori.
Avverto la forte scossa e mi precipito in giardino tenendone una in braccio. Dormivo così profondamente che ancora non so se mi sia ancora reso bene conto di tutto quello che mi stava accadendo.
Le bambine però erano spaventate, una in braccio a me e una in braccio a mio fratello, loro zio. Passano i primi secondi e le porgo a mia moglie, che inizia a parlare con loro cercando di tranquillizzarle.
Dopo una decina di minuti rientriamo in casa, facciamo velocemente colazione e torniamo di nuovo in giardino.
Mi rendo allora conto che le mie bambine iniziano a giocare con i frutti rossi di una pianta di corbezzolo presente nel giardino inventando un nuovo gioco con il loro cuginetto di otto anni.
Loro lanciano questi frutti e lui li colpisce con una racchetta da ping-pong. Il sole scalda l’aria e le risate dei bambini scacciano via immediatamente quella paura troppo reale che ci aveva svegliato pochi minuti prima.
Inizio a giocare con loro e devo dire che mi sono anche parecchio divertito.”
Dr. Antonio Cervigni Psicologo Psicoterapeuta dell’età evolutiva
Vedi anche:
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Cosa ha lasciato il terremoto ai nostri bambini? Il sondaggio di mammemarchigiane.it