
Fortunatamente è passato del tempo dall’ultima scossa chiaramente avvertibile di terremoto qui nelle Marche.
Le esperienze che abbiamo vissuto negli scorsi mesi le ricorderemo a lungo, sia per i danni materiali, sia per le emozioni che abbiamo dovuto affrontare.
Chi è genitore, oltre alle personali conseguenze derivate dal sisma, ha di certo un’altra grande preoccupazione: capire cosa e quanto è rimasto ai propri bimbi di questo evento eccezionale.
Molti di noi hanno notato cambiamenti nei propri figli, nuove paure, preoccupazioni e atteggiamenti prima impensabili.
Ho sottoposto agli utenti di mammemarchigiane.it un sondaggio.
Un modo per capire meglio, per confortarsi leggendo che i propri bambini non sono i soli a subire ancora gli strascichi dell’esperienza vissuta.
Dati e percentuali per riflettere sul fatto che ci vorrà a volte del tempo per ritornare alla normalità.
Hanno risposto circa 170 persone residenti nelle Marche, ma sono state registrate risposte anche di qualche abitante abruzzese.
L’indagine non ha ovviamente valore campionario, ma può aiutare a capire.
La maggior parte delle risposte provengono da chi si trova nelle zone più colpite della provincia di Macerata e si riferiscono a bambini compresi per lo più nella fascia 0-10 anni.
La quasi totalità dei piccoli ha sentito distintamente il terremoto, mentre solo una piccola percentuale (5,5%) non si è accorta perché addormentata.
Il 75% dei genitori ha risposto che i figli si sono spaventati e il 40,2% ha dichiarato di aver aggiunto ulteriore ansia nei giorni successivi, ascoltando le notizie dei telegiornali e le conversazioni degli adulti.
Il 12,8% ha sostenuto che i bambini si sono spaventati più per aver ascoltato parlare del terremoto che per la scossa in sé.
Il 75,6% ha notato cambiamenti nelle abitudini dei bambini, come non voler dormire più da soli o altri comportamenti che denotano una insicurezza che prima non c’era.
Nello specifico, ecco alcune delle risposte dettagliate fornite:
“Non vogliono dormire da soli ma nella nostra stessa stanza”
“Non vuole dormire ed andare in bagno da solo”
“Cercano di stare il meno possibile in casa”
“Non restano soli nelle stanze”
“Non hanno più voluto dormire da soli per lungo tempo, non sono saliti nei piani superiori della casa da soli”
“Terrorizzati da ogni rumore”
“Non vanno neanche in bagno da soli”
“Non va più in bagno da solo, vuole sempre essere accompagnato anche per fare la doccia e la notte vuole la luce accesa in cameretta”
“Comparsa di tic e irrequietezza.”
“Paura di allontanarsi dai familiari. Irrequietezza all’asilo”
“Da sola non faceva più nulla: dormire , andare in bagno, andare a prendere i giochi in un’altra stanza”
Il 52,8% ha notato che i bambini, durante i loro giochi, parlano del terremoto (ad esempio nei giochi di ruolo).
L’apprensione dei genitori ha necessariamente influito sull’ansia dei figli: il 49,7% lo ha dichiarato, nonostante abbia cercato di nasconderla il più possibile. Per il 33,1% è stato inevitabile.
Le scuole nel 95% dei casi sono state chiuse dopo il sisma. Quelle del 17,4% dei figli di chi ha risposto sono state seriamente lesionate e dichiarate inagibili, il 21,7% ha riportato lesioni lievi.
Il 59,1% di chi ha avuto l’inagibilità scolastica, va a lezione in altri istituti, con notevole disagio organizzativo e variazioni nelle abitudini di sempre.
L’80,9% delle scuole risulta effettuare regolarmente esercitazioni di evacuazione, mentre l’8,6% sembra non farne. Il 10,5% dei genitori che hanno risposto non sa se le esercitazioni vengono effettuate.
Il 20,9% delle risposte ha dichiarato di aver subito danni non gravi alle proprie abitazioni, mentre il 9,8% ha avuto l’inagibilità. Il 3,1% è ancora in attesa dei controlli.