Allattamento e mamme marchigiane

L’ allattamento è la primissima cura che una madre da al proprio neonato.

Un gesto naturale, connaturato alla nascita, che accomuna tutte le specie, ma l’ allattamento può anche portare molte problematiche, sia di tipo fisico che psicologico.

Da sempre la preoccupazione di avere latte a sufficienza per nutrire il proprio bambino accompagna la gravidanza e il puerperio di ogni donna:

basti pensare alle tante usanze legate ad un buon avvio e a favorire un’abbondante lattazione, che si seguivano scrupolosamente fino a qualche decennio fa e che traevano origine da tempi lontanissimi.

Allattamento e mamme marchigiane

Oggi abbiamo anche la possibilità di dare del latte artificiale appositamente formulato, laddove si verifichino dei problemi con l’allattamento al seno.

Tuttavia questa opzione, che in varie fasi storiche ha assunto significati diversi (salvezza per pochi fino ai primi decenni del 900, abitudine anche troppo sfruttata intorno agli anni 70 dello stesso secolo), oggi spesso viene vissuta come una sconfitta.

Che tipo di rapporto hanno le mamme marchigiane con l’ allattamento, sia esso al seno o artificiale?

Presento in questo articolo i risultati del sondaggio sottoposto alle lettrici di mammemarchigiane.it qualche giorno fa, che ha registrato oltre 200 riposte.

Il sondaggio si riferiva al comportamento riguardo all’ allattamento in occasione della nascita del solo primo figlio, ponendo tutte le donne intervenute sullo stesso piano.

Questi i dati di partenza relativi al parto delle donne prese in esame:

la maggior parte ha avuto il primo figlio in un’età compresa tra i 30 e i 35 anni (40,3%), seguiva il gruppo delle 25-30enni (36,7%).

Hanno riposto per lo più donne che hanno partorito per la prima volta tra il 2013 e il 2017.

Le risposte più numerose sono arrivate dalla provincia di Macerata, seguite da quelle di Pesaro-Urbino, Ancona, Fermo, Ascoli Piceno.

Il 69,1% delle donne ha affermato di aver seguito il corso preparto presso una struttura pubblica marchigiana.

L’11,8% lo ha fatto in una struttura privata o comunque con un’ostetrica libera professionista, mentre il 19,1% non ha seguito alcun corso.

Il 60% ha ritenuto che il corso preparto fosse stato utile ai fini di un buon andamento dell’allattamento, il restante 22,3% è stato di parere contrario e il 17,7% non ha saputo dare una risposta.

Per quanto riguarda il luogo del parto, schiacciante la preferenza dell’ospedale pubblico marchigiano, con il 90% delle risposte.

Solo due tra le donne che hanno risposto al sondaggio hanno dichiarato di aver partorito a domicilio.

Il 67,9% delle donne ha dichiarato di aver partorito in modo naturale, ma non sono comunque pochi i casi di parto cesareo, con il 32,1% delle risposte.

Dopo la nascita:

per quanto riguarda le prime cure al bambino, la maggior parte delle mamme ha potuto attaccarlo al seno subito dopo la nascita (75,6%) e ha potuto tenerlo con sé in camera (92,2%).

Nei giorni di degenza in ospedale circa la metà delle donne si è dichiarata pienamente soddisfatta di come è stata seguita nell’avvio all’ allattamento da parte del personale ospedaliero.

Molte donne si sono trovate bene, ma avrebbero preferito un affiancamento più curato, mentre un altro gruppo, non di molto inferiore, ha espresso parere assolutamente negativo.

Riporto a scopo di esempio alcune osservazioni alla domanda:

In ospedale o in clinica sei stata seguita correttamente per l’avvio dell’allattamento?

  • No. Troppe pressioni per integrare con formula fin dal primo giorno di vita. Le infermiere del nido hanno più volte somministrato la formula al bambino.
  • In parte: opinioni e consigli differenti in base al personale in turno e tra infermiere ed ostetriche.
  • Sì, ma solo per aver incontrato un’ostetrica che mi ha preso a cuore.
  • Non proprio. Mio figlio si addormentava al seno senza succhiare granché. Mi hanno proposto l’artificiale, ho chiesto di verificare prima con un tiralatte se effettivamente non ci fosse latte. Alla fine c’era, gli abbiamo dato quello con la siringa, poi è venuto fuori che si addormentava per l’ittero, per questo non succhiava.
  • Sì, ma non abbastanza informata su possibili problematiche che si potevano presentare.
  • Troppe informazioni discordanti da parte del personale sanitario.
  • Mi sono state date le informazioni base strettamente necessarie.
  • Di nessun tipo, pur essendoci il personale preposto nessuno né in 1a ne in 2a giornata è venuto in stanza per indicarmi come attaccarlo al seno.
  • Poco, il bimbo non si attaccava bene, il latte è arrivato dopo 5 giorni e mi hanno subito detto che bisognava dare il latte artificiale. Poi ho trovato una puericultrice disponibile
  • Mi hanno dato consigli alla dimissione, ma non hanno seguito il mio allattamento (sono stata dimessa con un foglio che indicava di dare “Nidina1” in caso l’allattamento non avesse funzionato).
  • Non sempre, ostetriche purtroppo frettolose per via del caos in ospedale.
  • No. Invece di spiegare come allattare le ostetriche di limitavano a strizzare il mio seno e a spingerlo in bocca alla bambina.

In ospedale e in clinica sono state quasi esclusivamente le ostetriche a dare indicazioni relative all’allattamento.

Sappiamo che in alcuni casi questo potrebbe essere un problema, dato che spesso la puerpera si trova a dover interagire con infermiere e OSS, che non sempre risultano preparate al riguardo.

Macerata Madonna del Latte (XV sec) Chiesa di S. Maria della Porta

Macerata Madonna del Latte (XV sec.), Chiesa di S. Maria della Porta

Alla domanda: Ti hanno dato aggiunta di latte artificiale in ospedale o in clinica?

Hanno risposto affermativamente il 31,8% delle donne.

Una volta a casa, la situazione spesso diventa più complicata ed è proprio questo il momento più delicato, quando la neomamma si trova a dover muovere i primi passi in autonomia.

Credo che siano molto significativi i risultati della domanda:

“Una volta a casa col bambino, hai avuto qualche difficoltà con l’allattamento, a prescindere dal proseguimento dello stesso?”

Alla quale hanno risposto affermativamente il 64,7% delle donne intervistate.

Questa situazione può essere sia incoraggiante per chi si trova ad affrontare problematiche nuove e di difficile gestione senza esperienza, sia indicativa della necessità di assistenza personalizzata nei primi tempi.

Per quanto riguarda la tipologia delle difficoltà incontrate nei primi tempi di allattamento, si spazia in una casistica piuttosto varia, che va dalle ragadi, alle mastiti, senza dimenticare stress e dolori.

Eccone alcuni esempi:

  • Voleva mangiare di continuo ed io ero sfinita.
  • Ragadi al seno.
  • Non si attaccava bene.
  • Ingorghi e ragadi.
  • Ragadi e ferite ai capezzoli. Molto dolore. Stress e diminuzione del latte.
  • Non cresceva e aveva coliche.
  • Non sapevo come far attaccare bene il bambino al seno.
  • Forte dolore, ingorghi, candidosi.
  • Non avevo abbastanza latte, nonostante la tenessi per ore attaccata
  • Utilizzo del paracapezzolo e difficoltà della bimba ad attaccarsi al mio seno.
  • Poco latte materno.
  • Mastiti e ingorghi.
  • Non producevo latte a sufficienza.
  • Dopo il primo mese continui ingorghi con anche febbre alta.
  • Non riuscivo ad attaccarla al seno.
  • Grande ingorgo mammario, ragadi, mughetto e problematiche serie ad entrambi i capezzoli.

Ma a chi hanno chiesto aiuto le neomamme in difficoltà?

Il 41,8% al consultorio della propria città, il 21,2% ad un’ostetrica privata e il 13,5% al pediatra. Il 10,6% non ha chiesto aiuto a nessuno, nonostante i problemi.

Le mamme che hanno avuto difficoltà ad allattare i primi tempi hanno vissuto tutte una situazione molto stressante e demoralizzante.

Riporto alcune delle risposte più significative riguardo allo stato d’animo relativo alla situazione:

  • Sfinita.
  • Inadeguata.
  • Stanca.
  • Frustrata.
  • Male.
  • Malissimo.
  • Dolorante e sola.
  • Molto frustrata.
  • Demoralizzata, incapace, triste.
  • Incompresa. Tutti proponevano la via dell’artificiale per togliermi il pensiero.
  • Male perché pensavo di non essere abbastanza mamma visto che mi hanno sempre detto che tutti possono allattare.
  • Impotente.
  • Depressa stanca.
  • Impotente e fallita.
  • Confusa.
  • Inadatta.
  • Incapace.
  • Incapace Nervosa Sola Disperata.
  • Inutile e molto delusa… sono andata in depressione.
  • Pressata! Chiunque veniva a trovarmi diceva la sua… devi fare così… così non va bene… secondo me dovresti…
  • Ti senti inadeguata e incapace a fare quella che viene definita la cosa più naturale del mondo.
  • È stato terribile perché desideravo allattare più di ogni altra cosa.
  • Fallita. Amareggiata. Inadatta…
  • Devastata.

Madri, suocere, amiche e conoscenti si sono divise piuttosto equamente tra chi ha dato sostegno e chi ha influito negativamente  o per niente.

Mariti e compagni invece sembrano promossi a pieni voti, essendo stati quasi sempre di supporto alle neomamme dei propri figli.

Nonostante le difficoltà, il 17,9% delle madri ha risposto di aver allattato al seno fino ai 2 anni,  il 15,6% fino a 18 mesi, il 9,9% fino a 12 mesi e il 4,7% fino a 6 mesi.

Non riuscire ad allattare è una situazione che le donne possono vivere in maniera molto dolorosa, associando all’allattamento una sorta di verifica delle proprie prime capacità materne.

Madonna del Latte (XV sec), Abbazia di S. Vincenzo al Furlo, Acqualagna (PU)

Madonna del Latte (XV sec), Abbazia di S. Vincenzo al Furlo, Acqualagna (PU)

Alla domanda: “Se sei passata al latte artificiale nei primi 3 mesi, con che stato d’animo lo hai fatto?”sono arrivate alcune risposte molto dure:

  • Con molti sensi di colpa.
  • All’inizio con tanta tristezza perché mi dava l’impressione di fargli del male ma poi nel tempo è passato.
  • L’ho vissuto un po’ come una sconfitta.
  • Molto triste.
  • Ero molto dispiaciuta.
  • A malincuore.
  • Molto abbattuta.
  • Sensazione di fallimento e tristezza.
  • Di sconfitta.
  • All inizio avevo solo speranza che aiutasse la mia bimba a crescere di peso…..oggi ė per me una sconfitta mi manca un legame tutto nostro.
  • Di fallimento… Anche se era solo un aggiunta.
  • Ero molto triste , mi sentivo in colpa per non esserci riuscita , inadeguata.
  • Angoscia e tristezza.
  • Con grande rammarico.

In altri casi il passaggio all’ allattamento artificiale è stato visto quasi come una liberazione:

  • Felicissima.
  • Serena.
  • Tranquilla.
  • È stata una liberazione.
  • Con la convinzione di essere comunque una buona mamma e che mia figlia sarebbe cresciuta lo stesso bene.
  • Con tranquillità,perché sapevo di aver fatto tutto il possibile.
  • Buono.
  • Avrei dovuto farlo molto prima!
  • Si, in maniera molto serena, i problemi veri sono altri.
  • Tranquillamente e con sollievo.
  • All’inizio non volevo, poi ho capito che era fondamentale.

 

La risposta principale riguardo alla domanda sulle motivazioni dell’abbandono dell’allattamento al seno è stata quella della scarsità o assenza di latte materno.

Il 40% delle madri delle mamme che hanno risposto al sondaggio non aveva allattato al seno.

Per concludere, riferisco alcune osservazioni a testo libero, che le donne intervenute hanno voluto aggiungere:

  • Sarebbe corretto informare le mamme che l’allattamento non è solo a richiesta ma può essere fatto anche ad orario (come ho fatto col secondo figlio) ed il ciuccio non è un nemico! La serenità della mamma conta e poi come!
  • L’ allattamento é un piacere. Non un obbligo. Io allatto ancora e per me è la cosa più bella, ma ho sofferto troppo.
  • Io credo che una mamma debba fare ciò che sente come il meglio per sé e per il suo bimbo con la loro storia, i loro vissuti e le loro circostanze quindi ritengo sbagliata sia l’eccessiva ossessione di moda in questi anni all’allattamento al seno, cosi come pubblicità dell’artificiale. Attenzione agli estremismi, l’importante è che i bimbi crescano e crescano felici, sereni e amati.
  • Sarebbe utile che ai corsi preparto non inculcassero l’idea che tutte possono allattare e che dicessero che il latte artificiale non è “veleno” se necessario… perché io le ho provate tutte per aumentare la produzione di latte come mi avevano spiegato, sia col primo figlio che col secondo… il latte non è aumentato e a livello psicologico tutto queste manovre su di me inutili creavano molto disagio.
  • L’alllattamento al seno è una fantastica esperienza per la mamma e per il bambino.
  • Allattare è bellissimo sia per la madre che per il figlio. Per non parlare del risparmio e della salute del bambino. Dovrebbero essere pubblicizzati più i corsi post parto tra le mamme perché fondamentali i primi mesi. Le domande sono tante e gli ormoni impazziti.
  • Allattare è salutare, comodo e facile una volta avviato ma può essere duro all’inizio. Sarebbe bello che il SSN prevedesse un’ostetrica che viene a casa, non solo in caso di problemi, ma proprio come sostegno, specie per i primi figli.
  • Ho riscontrato scarsa informazione presso i medici di base. Il pediatra mi ha consigliato l’ allattamento ogni tre ore, e il mio medico mi ha consigliato di interrompere l’allattamento a causa della mastite.
  • È vero che l’allattamento è fisiologico e naturale,ma far passare il messaggio che è tutto semplice e bello non aiuta. A volte è difficilissimo per vari motivi anche se poi si è ripagare di tutto.
  • Ai corsi preparto andrebbe spiegato che oltre al latte materno, importantissimo, esiste anche la possibilità del LA, scelta che va comunque sostenuta come possibile, non sempre affiancata al fatto che chi usa LA sia una mamma poco attenta…
  • Ho allattato per 26 mesi il mio secondo figlio … la famiglia, la società ed anche lo stesso medico di famiglia mi hanno trattato quasi per “pazza”.
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