
Ansia e paura accompagnano spesso le visite dentistiche dei bambini, ma non c’è nulla da temere: il dott. Carlo Zagoreo ci parla dei modi migliori per superarle.
Nella nostra pratica quotidiana di dentisti e ortodontisti rivolti prevalentemente a pazienti in età pediatrica e adolescenziale, la gestione della paura e dell’ ansia ricopre un ruolo molto importante.
Attualmente il marketing odontoiatrico è sempre più orientato ad una eliminazione alla base di questi problemi, attraverso l’utilizzo sempre più diffuso di apparecchiature di sedazione cosciente.
A mio avviso queste tecniche, che siano attraverso l’inalazione di miscele di protossido di azoto o attraverso la somministrazione di ansiolitici, dovrebbero essere l’ “ultima ratio”, da usare solamente in pazienti particolarmente difficili, mentre nella norma quotidiana ritengo un corretto approccio psicologico il “plus” da offrire ai nostri pazienti, in particolar modo i più piccoli.
L’ ansia e i comportamenti legati alla paura sono senza dubbio uno dei più difficili aspetti per i piccoli pazienti che devono affrontare terapie odontoiatriche ed ortodontiche ed è quindi necessario che il team odontoiatrico identifichi e lavori con bambini che mostrano segni di ansia del dentista già dai primi stadi.
Negli ultimi anni è stato riconosciuto che un maggiore sforzo deve essere orientato verso interventi di gestione comportamentale e psicologica, al fine di ridurre l’ansia del paziente nel lungo termine senza la necessità di supporto farmacologico (sedazione con protossido o con ansiolitici).
La vista, le sensazioni, i rumori, la paura del dolore dell’ago e del “trapano” sono stati spesso indicati come i motivi che maggiormente provocano ansia tra i piccoli pazienti.
Perciò è estremamente importante valutare la natura dell’ansia in modo da determinare le più appropriate strategie di controllo.
“Psicologia” odontoiatrica in base all’età del paziente:
Fondamentale è saper suscitare fiducia, entrare in empatia.
L’adulto “dentista” deve condurre il gioco, in un modo che risulti positivo per il bambino e cercare una buona collaborazione.
Il bambino di 3 o 4 anni dipende dal genitore, ha difficoltà a incontrare gli estranei.
È fondamentale durante la terapia la presenza del genitore in studio che potrà tenerlo in braccio se il bambino lo richiede.
La diffidenza anche fisica nei confronti del dentista va superata con un avvicinamento graduale, iniziando a giocare con le parti del corpo più lontane dalla bocca (piedi, mani) e verificando l’accettazione del contatto da parte del bambino fino a un segnale positivo (sorriso, non si ritrae più), passando così all’osservazione dei denti, prima direttamente poi con specchietto e sonda.
In genere a quest’età gli interventi veri e propri non sono necessari, la semplice visita è già un passo in avanti e servirà ad infondere fiducia nel bambino e farlo familiarizzare con lo studio ed il nuovo ambiente.
Il bambino dai 4 ai 5 anni è in genere capace di interagire con adulti estranei, è fantasioso e curioso e spesso si dimostra orgoglioso dell’indipendenza raggiunta.
La presenza del genitore è importante, ma durante le terapie la sua assenza può risultare più gratificante per il bambino. Inoltre a questa età i rituali danno ancora sicurezza, quindi il rispetto di una sequenzialità nelle operazioni negli incontri successivi permette al bambino di orientarsi più serenamente nella nuova realtà.
Il bambino dai 6 ai 9 anni è già inserito in un mondo di regole e disciplina (frequenta la scuola elementare) che richiedono una certa concentrazione e attenzione ai compiti anche prolungati.
La curiosità e la conoscenza lo gratifica molto, quindi è utile e corretto dare spazio alle sue domande e proporre eventuali scelte da fare assieme ai genitori.
Nella fascia di età che va dai 10 ai 12 anni troviamo sia bambini che completano lo stadio di maturazione della fase precedente, sia quelli alle prese con un’adolescenza precoce.
La modalità di comunicazione con l’operatore deve compiere un salto di qualità, adeguandosi al livello di maturazione raggiunto.
I soggetti in questa fascia dimostrano indipendenza rispetto ai genitori e richiedono spesso un rapporto paritario.
L’adolescenza è il periodo che va dai 13 ai 18 anni e comprende la pubertà.
In questo periodo ha inizio la contrapposizione ai genitori che non sono più onnipotenti e le loro regole, principi e valori vengono riesaminati criticamente.
Questo comportamento non coinvolge solamente i familiari, ma anche altri adulti che sembrano rappresentare qualche forma di autorità, per esempio il proprio dentista.
Questo processo è ambivalente e l’adolescente può desiderare di essere protetto come nell’infanzia e, nello stesso tempo, di ottenere una libertà totale.
L’essere trattati dagli adulti come persone adulte responsabili aiuta a comportarsi come tali.
Tecniche per la gestione del comportamento ansioso
Numerose sono le tecniche consigliate per ridurre l’ansia nel soggetto in età pediatrica fra cui la presenza/assenza del genitore, il tell-show-do (parla-mostra-fai), la comunicazione non-verbale e il controllo della voce, il rinforzo positivo, la distrazione.
La presenza del genitore è importante soprattutto nei bambini sotto i 5-6 anni o se il piccolo paziente non ha raggiunto una discreta autonomia.
L’allontanamento, se gestito con il genitore in modo sereno, è finalizzato soprattutto a ottenere l’attenzione del bambino e un buon livello di comunicazione;
inoltre, può permettere di contenere la sua ansia quando questa è modulata dal genitore, cosa che accade molto più spesso di quanto si possa pensare.
Il tell-show-do (TSD) è una tecnica che consiste nel proporre un oggetto odontoiatrico nuovo, prima raccontando cos’è, poi mostrando come si usa e funziona e, infine, permettendo al bambino di usarlo, simulando una situazione il più reale possibile (ad esempio parlare della siringa aria/acqua, mostrandola in azione e poi facendo spruzzare lo spray al bambino stesso).
La comunicazione non verbale è ciò che si trasmette con la postura, l’espressione facciale e il modo di muoversi.
Il controllo della voce permette di chiarire i significati, sottolineare le cose più o meno importanti, catturare l’attenzione.
Il “rinforzo positivo” va utilizzato sempre per rafforzare un comportamento positivo e permette al bambino di acquisire maggiore fiducia e superare paure sia recenti che passate.
La “distrazione” consiste nel fare piccole interruzioni durante le quali il bambino parlerà di ciò che preferisce o semplicemente si riposerà, ed è utile soprattutto durante le procedure più stressanti.
Conclusioni
Ogni bambino è diverso e quindi richiede un approccio personalizzato.
La via che conduce alla liberazione dalla paura la si percorre solo quando l’odontoiatra ha la capacità di stabilire con il piccolo paziente un atteggiamento di condivisione che permetta il superamento delle ansie e la collaborazione al trattamento.
La prima forma di terapia si ottiene essendo aperti alla comprensione e alla comunicazione con il piccolo paziente.
Il ricorso a metodiche di sedazione chimica va lasciato, a mio avviso, solo alle situazioni ingestibili in maniera normale, nei piccoli pazienti portatori di gravi handicap e in tutti i casi i cui un corretto approccio psicologico non abbia avuto successo.
Dr. Carlo Zagoreo
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