fratello e sorella di un disabile

Cosa significa essere fratello e sorella di un disabile? Cosa provano bambini, poi ragazzi e adulti che vivono questa situazione?

Comprendere la quotidianità di chi ha in famiglia una persona disabile non riguarda solo i genitori, ma anche gli altri componenti, che hanno a che fare con una serie complessa di emozioni.

La dott.ssa Jessica Lamponi, psicologa e psicoterapeuta, ce ne parla, dando qualche utile consiglio e segnalando l’apertura di uno specifico sportello di ascolto.

Si tratta di un servizio che mira a dare supporto e sostegno, condivisione di esperienze e sentimenti, a disposizione ogni venerdì a Porto San Giorgio.

fratello e sorella di un disabile

 

“La relazione fraterna è considerata la relazione più lunga e più durevole tra le relazioni familiari (Moen e Wethington, 1999), un legame in cui il proverbio ti amo e ti odio prende davvero vita!

Un rapporto unico che va oltre l’aspetto amicale e amoroso, perché è allo stesso tempo amicale e parentale!

Cosa accade se in famiglia c’è un fratello con una disabilità?

Un fratello con sindrome genetica, con una diagnosi di autismo, o di disabilità intellettiva, iperattività, oppure un fratello che soffre di un disturbo alimentare o depressivo o schizofrenico.

Avete mai sentito parlare di Siblings?

Siblings è un termine che nel mondo anglosassone indica proprio il rapporto di fratellanza e in Italia è stato usato per indicare quello specifico rapporto tra fratelli e sorelle di persone con disabilità.

Ci siamo mai chiesti se i fratelli o le sorelle di persone con disabilità soffrano?

Potrebbero sentirsi soli e abbandonati perché in famiglia c’è una persona che richiede un aiuto maggiore?

Che cosa accade nella sfera emotiva dei nostri fratelli e sorelle?

Con questo articolo voglio dare risalto e voce tutti i fratelli e le sorelle che patiscono in silenzio.

Sicuramente, come provano dolore i genitori, anche i fratelli sentono e vivono una propria sofferenza, una propria preoccupazione.

Nelle diverse fasce di età della loro vita la consapevolezza di avere un fratello con disabilità cambia e così muta anche il loro modo di essere con l’altro, di sentire l’altro e di conseguenza soffrire.

Quando si è più piccoli, si è naturalmente portati ad aiutare, i fratelli non rilevano le differenze, è solo verso i 6 anni circa che qualcosa viene notato.

Tra i 6 e i 10 anni, infatti, aumenta la consapevolezza delle difficoltà del fratello con disabilità, e questo è dovuto all’aumento dei contatti con il gruppo dei pari alle scuole primarie o all’inizio di attività sportive, in cui il bambino è in contatto con nuovi amici.

É in questo periodo che possono mostrarsi sentimenti di ambivalenza come rabbia e l’eccessiva preoccupazione per il fratello con disabilità.

Crescendo si manifesta la naturale necessità di capire e comprendere le disabilità del fratello ed è in questo periodo che possono esacerbarsi sentimenti di vergogna, di colpa, di solitudine, di rabbia, di disagio nei confronti degli amici che non comprendono la loro situazione familiare.

Non è possibile generalizzare ciò che ogni fratello o sorella sente, prova, pensa per il proprio fratello con disabilità, perché ogni individuo è unico, ma ci sono delle esperienze condivise:

la sensazione di solitudine e di rabbia perché il fratello riceve maggiori attenzioni o maggiore protezione.

La paura di “diventare come mio fratello”.

Il senso di colpa perché si sperimenta sia la vergogna, l’imbarazzo, la rabbia, e l’amore per il fratello.

L’eccessiva responsabilizzazione, il fratello sente il dovere “di non causare ulteriori problemi in famiglia, ed essere il più possibile bravo e perfetto”.

La preoccupazione per il “dopo i genitori”: chi si prenderà cura di mio fratello quando i miei genitori non ci saranno più? Sarò in grado di farcela?

Queste e altre esperienze sembrano essere piuttosto comuni tra i fratelli e sorelle di persone con disabilità.

Che cosa possono fare i genitori all’interno della propria famiglia?

  1. Comunicare la diagnosi al figlio, questo consente la creazione di legami affettivi tra fratelli senza pregiudizi. Attenzione l’informazione deve essere data secondo le diverse fasi della vita del bambino.
  2. Date loro uno spazio per esprimere le preoccupazioni, le domande, le paure, siate sempre vicino ai vostri figli, tutti!
  3. Quando il figlio diventa adolescente non trascuratelo, ma esprimete insieme a lui alcune problematiche accadute in famiglia. Confrontatevi tra voi familiari.
  4. Fate in modo che vostro figlio possa essere aiutato a parlare di suo fratello e delle difficoltà relazionali con gli amici.

É importante che il figlio/fratello/sorella riceva supporto, sostegno, uno spazio in cui poter condividere le sue esperienze e i suoi sentimenti.

Per questo motivo ho aperto uno spazio di ascolto dedicato ai fratelli di persone con disabilità.

Uno spazio protetto di condivisione e scambio dei propri vissuti emotivi, nel totale rispetto della privacy.

Lo spazio di ascolto per fratelli aprirà venerdì 11 gennaio dalle 15.00 alle 20.00 e rimarrà aperto tutti i venerdì previo appuntamento.”

Dott.ssa Jessica Lamponi, psicologa clinica, psicoterapeuta cognitiva neuropsicologica

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Studio: Viale della Carriera 109, Fermo (FM) 63900

Tel. 3284910457

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