
Una visita alla Grotta di Santa Sperandia e alla Roccaccia di Montacuto.
Ecco un’idea per fare del trekking in famiglia alla scoperta dei luoghi più affascinanti della nostra regione.
La Grotta di Santa Sperandia e la Roccaccia di Montacuto si trovano poco lontano dalla città di Treia, nel territorio di confine tra Cingoli e San Severino Marche (Mc).
Si tratta di un’escursione facile, adatta ai bambini e anche agli adulti meno esperti, che mi è stata consigliata, come sempre da Lucia di Con in faccia un po’ di sole, che l’ha anche inserita nel nostro libro “Le Marche con i bambini”.
Come si arriva
Con l’auto bisogna procedere da Treia in direzione San Lorenzo, si supera l’ara pic nic (il cartello indica “percorso botanico”) e si prosegue la strada in salita fino all’incrocio successivo.
Da qui si gira a destra (c’è un cartello che indica la direzione), prendendo la strada imbrecciata, si superano le case e si può parcheggiare sulla spianata, poco prima del crocifisso.
Com’è la strada e dove si va
Dal posto dove si lascia l’auto inizia la passeggiata.
Premetto subito che il sentiero non è adatto ai passeggini, per cui consiglio di portare i più piccoli in fascia o marsupio.
Si camminerà su stradina imbrecciata e su terreno roccioso.
Pochi metri dopo la partenza e poco prima del crocifisso, sulla sinistra si trova il cartello che indica la direzione per la grotta di Santa Sperandia, in discesa.

Lo stesso cartello indica anche la direzione per la Roccaccia, ma la freccia per quest’ultima direzione è quasi del tutto cancellata.
Guardando bene si capisce che indica di proseguire dritto, mentre per la grotta la direzione è opposta.
Pronti per oltre 400 scalini?
Per arrivare alla grotta di Santa Sperandia si devono scendere (e poi risalire) un po’ più di 400 scalini, quindi armatevi di pazienza e fate un bel respiro!

In fondo al percorso si trova la grotta dove la Santa cingolana visse in solitudine negli ultimi anni della sua vita all’inizio del XIII secolo.
All’interno è stata costruita una piccola cappellina e poco più in là, tra le rocce, sono stati collocati dei banchi di legno per chi vuole pregare.

Il luogo è suggestivo e i bambini saranno incuriositi dalla storia di questa donna che fece una scelta di vita così estrema e dai tanti ex voto lasciati dai fedeli a ricordo delle grazie ricevute.

Chi era Santa Sperandia?
Era una donna che scelse di dedicare la sua vita a Dio, poi divenuta monaca benedettina. Dopo la sua santificazione fu eletta compatrona di Cingoli.
Originaria di Gubbio, visse tra il 1216 e il 1276.
Fece una scelta di vita eremitica e trascorse parecchio tempo in quello spazio angusto sul versante nord del monte Acuto, in preghiera e contemplazione.

Si dice che ebbe la vocazione alla vita religiosa a soli 9 anni e, benché osteggiata dalla famiglia, non sentì ragioni.
Peregrinò in diversi luoghi dell’appennino umbro marchigiano, per poi stabilirsi nei suoi ultimi anni proprio sul Montacuto.
Fu molto abile come paciera e fu venerata per le sue capacità taumaturgiche.
Secondo la tradizione popolare fu protagonista di diversi eventi miracolosi.
La cosa che incuriosisce maggiormente è pensare come possa essere stato possibile vivere in quel posto, in un’epoca così lontana e priva dei comfort e delle tecnologie moderne, per tutto l’anno, in quasi totale solitudine.
La Roccaccia di Montacuto
Risaliti gli scalini e giunti di nuovo al punto in cui c’è la freccia con le indicazioni per la grotta e per la Roccaccia, si prosegue in direzione di quest’ultima.
Da qui si procede in pianura, su di un sentiero in parte imbrecciato, in parte roccioso.

I resti della Roccaccia non sono lontani, dopo poco si vedranno e saranno raggiungibili in poco tempo.
L’ultimo tratto, prima di salire direttamente alla Rocca, è piuttosto scosceso e richiede molta attenzione perché si può scivolare.
E’ bene che i più piccoli siano aiutati.

Il panorama che si vede da lassù è spettacolare, abbracciando una visuale incredibile, che va dai monti Sibillini al mare, che nelle giornate più limpide si mostra in lontananza, insieme al Monte Conero.

La Roccaccia, che si trova a 730 m. sul livello del mare, ha origini antichissime.
Sorse probabilmente in seguito alle invasioni barbariche del Piceno, intorno al VI secolo D.C., che spinsero le popolazioni delle città romane a rifugiarsi nei luoghi più alti e sicuri.
Successivamente l’edificio fu rinforzato e divenne un castello vero e proprio.
Tra storia e leggende
Sono tante le leggende che si narrano in questo posto.
Si racconta infatti che sia nascosta, nei sotterranei ormai interrati del castello, una tessitrice misteriosa che tesse con un telaio d’oro.
Alcuni raccontano anche di una gallina dalle uova d’oro e di un serpente (messo dal demonio) a guardia del tesoro nascosto nelle segrete del castello.
Informazioni utili per l’escursione
Il percorso per andare alla grotta di Santa Sperandia e alla Roccaccia è lungo poco più di 4 km.
Potrete impiegare una mattinata alla scoperta di questi luoghi, soffermandovi nelle varie tappe e godendovi il percorso.
Non andate troppo tardi, per evitare il caldo eccessivo nei mesi primaverili ed estivi.
Portate acqua a sufficienza per tutti e anche qualcosa da mangiare. Volendo ci si può anche fermare a stendere una coperta e fare un pic nic.
Mettete scarpe adatte: il percorso è semplice, ma si può scivolare ed è facile mettere i piedi in fallo.
Come sempre raccomando di fare estrema attenzione a non lasciare rifiuti in giro, a non deturpare la natura, a non cogliere fiori e piante.
Per consigli, indicazioni e guide abilitate per fare escursioni e passeggiate nelle nostre montagne, rivolgetevi ai ragazzi di Con in faccia un po’ di sole:
http://www.coninfacciaunpodisole.it/
Per scoprire altri posti a misura di bambino nelle Marche, dai un’occhiata alla sezione Recensioni luoghi ed eventi di mammemarchigiane.it
oppure puoi leggere la guida “Le Marche con i bambini” (Giaconi editore), scritta da me, Lucia Paciaroni (Con in faccia un po’ di sole) e Vissia Lucarelli (Marche for Kids).