
Di certo il 2020 non è stato un anno semplice per nessuno, tantomeno per le donne che hanno dovuto partorire in pandemia.
Partorire in pandemia è di certo un’opzione che nessuna futura mamma avrebbe mai immaginato per il proprio futuro, ma purtroppo così è stato ed è ancora.
Questa situazione ha toccato da vicino molte famiglie, ma in particolare ho scelto di dare voce alle testimonianze di quelle marchigiane.
Penso che leggere le esperienze di altre donne possa essere utile per chi deve ancora affrontare questa situazione.
Allo stesso tempo, per le mamme che hanno vissuto questa esperienza potrebbe essere confortante far sentire la propria voce, parlare dei propri timori, esprimere le proprie sensazioni.
Di fatto in molte hanno risposto all’appello che ho lanciato sui social di mammemarchigiane.it e dai loro racconti prende vita una serie di articoli che saranno pubblicati da oggi nel sito.
Ho raggruppato le esperienze suddividendole in gruppi, relativi ognuno ad una struttura marchigiana diversa.
Quando mi sono arrivati diversi racconti per una struttura, ho scelto di pubblicarli suddivisi in puntate.
Questa la prima, relativa a quella di Macerata.
Partorire in pandemia all’ospedale di Macerata
I primi racconti sono quelli di Chiara Compagnucci, Francesca Gesù, Laura Vecchi.
Chiara Compagnucci è una giovane neomamma di Macerata, che ha partorito la sua prima figlia nell’ospedale della sua città il 27 agosto 2020.
Chiara, com’è stata la gravidanza, vissuta in questo momento così particolare?
È stata sicuramente bella, ma complicata, dato che il mio compagno lavora in un supermercato.
Per questo, a malincuore, ho vissuto i mesi del lockdown a casa con i miei genitori. Sono rientrata a casa mia solo a maggio.
Nonostante tutto però, ho vissuto la gravidanza molto serenamente.
L’unica mia grande paura era di partorire sola, senza il mio compagno al mio fianco a sostenermi.

Avevi paura di andare in ospedale per via del Covid?
Si, infatti le analisi le ho fatte in strutture private per qualche mese, prendendo appuntamento.
Durante il lockdown, dalla ginecologa sono andata da sola a fare le ecografie mensili, facendo i video delle eco per mostrarle a casa (soprattutto la morfologica).
Com’è andato il parto?
Il parto è andato bene. È stato veloce, per fortuna.
Il mio compagno è entrato a travaglio attivo ma, essendo stato molto veloce, appena è entrato con la valigia ci siamo diretti in sala parto.
Dopo il parto è rimasto circa 2-3 ore. Poi, finché sono rimasta in ospedale, è entrato tutte le sere per mezz’ora circa.
Ti sei sentita sostenuta in ospedale?
Si, soprattutto dalle ostetriche e dalle puericultrici.
Quali misure di contenimento sono state adottate?
Le visite erano consentite solo ai compagni- mariti previo tampone negativo.
Proprio la settimana in cui ho partorito era stato introdotto un nuovo protocollo che prevedeva il tampone obbligatorio per compagni.
La notizia mi è giunta per vie traverse e per fortuna abbiamo fatto in tempo a fare il tampone (trovare un appuntamento era difficilissimo) le cui risposte sono arrivate proprio la mattina in cui sono entrata in travaglio.
Dall’ospedale non essendo arrivate comunicazioni, alcuni mariti-compagni in quella settimana non hanno assistito al parto.
Sicuramente questo fatto all’inizio ha creato qualche disguido e momenti di agitazione.
Questa è stata l’unica criticità.
Il nuovo protocollo è uscito il lunedì (24 agosto) e io sono entrata in travaglio il giovedì (27 agosto). Il primo monitoraggio sarebbe stato il sabato 30 agosto e forse lì me lo avrebbero comunicato.
Eri spaventata?
Sinceramente, No
Quando avete potuto rivedere amici e parenti per far conoscere il nuovo nato?
Appena rientrata a casa, prima l’hanno conosciuta i nonni poi giusto qualche parente stretto (sempre con mascherina e gel igienizzante).
Essendo bel tempo, spesso sono uscita per fare le presentazioni.

Quali pensieri hai riguardo al futuro della vostra famiglia in questo periodo difficile?
Purtroppo, la bambina sta crescendo senza poter vivere la famiglia e gli amici. Mi dispiace passare questo periodo praticamente sola concedendomi giusto qualche uscita all’aria aperta e qualche videochiamata con le persone lontane.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Vorrei parlare del corso preparto.
Ho seguito 2 corsi preparto: uno con le ostetriche dell’ospedale di Civitanova e uno con quelle dell’ospedale di Macerata.
Le ostetriche di Civitanova ci stanno seguendo anche dopo il parto con un incontro con una psicologa e con un corso per i massaggi ai bambini, mentre l’ospedale di Macerata ci ha seguito solo prima del parto.
Le ostetriche di Macerata al consultorio mi hanno seguito e sostenuto per l’allattamento, dandomi degli appuntamenti in presenza.
L’allattamento, è stato un momento difficilissimo all’inizio e avere il sostegno di persone competenti è fondamentale.
Di certo, il corso preparto sarebbe stato più arricchente, soprattutto dal punto di vista relazione, se fosse stato in presenza, però avere comunque modo di confrontarsi on line tra mamme è importante perché in questo periodo storico siamo sole in mezzo alle nostre 1000 domande e paure riguardo la crescita di un figlio.
A maggior ragione per le donne che sono alla prima esperienza come me e che hanno dovuto partorire in pandemia.
Spero un giorno di potermi incontrare con le mamme e i bimbi/e del corso pre-parto.
Leggi anche: La valigia per l’ospedale in provincia di Macerata
Anche Francesca Gesù è di Macerata e ha scelto l’ospedale cittadino per partorire in pandemia.
Qui il 30 agosto 2020 è nata la sua seconda figlia.
Come hai vissuto la gravidanza?
Fin dall’inizio è stata un po’ difficile.
Inizialmente sono stata in contatto con una persona che aveva il citomegalovirus e ho temuto di averlo contratto, con tutte le conseguenze che ciò può portare al feto.
Poi ho avuto qualche altro problema, infine il Covid.
Avevo paura di contrarlo, essere ricoverata e dover lasciare la mia prima figlia a casa. Senza contare, ovviamente, il timore di poter avere problemi con la gravidanza…
Avevi paura di andare in ospedale per via del Covid?
Un po’, inizialmente. Ma poi ho notato l’ottima organizzazione della struttura e del reparto e mi sono tranquillizzata.
Com’è andato il parto?
Molto veloce e molto doloroso. Rispetto al primo, meravigliosamente!
Mio marito è potuto entrare dopo un paio d’ore che ero stata ricoverata, cioè quando sono arrivata al travaglio attivo.
È potuto poi rimanere per il resto del travaglio e fino a 2 ore dopo il parto.
Mi sono poi sentita molto aiutata dall’ostetrica di turno, la quale non ha mai smesso di monitorarmi e sostenermi.
Quali misure di contenimento sono state adottate?
Tamponi obbligatori per me e mio marito, unica persona che è potuta entrare. Orari di visita precisi (solo la sera, un paio d’ore) e rispettati.
Eri spaventata?
No, non lo ero.
Quando avete potuto rivedere amici e parenti per far conoscere il nuovo nato?
Moltissimi amici e parenti non hanno ancora conosciuto la piccola.
Abbiamo esplicitamente richiesto di aspettare tempi migliori per le visite. Solo i parenti più stretti son venuti a casa nostra a partire dal giorno successivo delle dimissioni dall’ospedale.
Quali pensieri hai riguardo al futuro della vostra famiglia in questo periodo difficile?
Io e mia figlia torneremo a scuola il 7 gennaio (sono un’insegnante) e da quel momento ricominceremo, per prevenzione, a non frequentare più i nonni.
Questo è ciò che più mi dispiace: il Covid ci ha diviso per mesi e le mie figlie non possono godere della presenza degli affetti più stretti.
Laura Vecchi invece è una tris mamma di Loro Piceno.
Ha partorito la sua terza bimba all’ospedale di Macerata il 13 settembre 2020.
Laura, avevi dei timori prima di partorire?
Visto che era la terza, ero abbastanza tranquilla, invece poi non è andato tutto secondo i piani.
Avevi paura di andare in ospedale per via del Covid?
Non più di tanto, anche se non capisco il significato di farsi un tampone un mese prima, in un mese io potrei contrarre ogni cosa.
In più anche i papà… fanno il tampone poi li fanno entrare e uscire, ma uscendo puoi prendere di tutto e portare nel reparto ogni cosa, a prescindere dal Covid.
Com’è andato il parto?
Sedici giorni prima della scadenza, parto indotto perché era finito il liquido, dopo 2 giorni di induzioni… Taglio cesareo d’urgenza con tanto di anestesia totale.
Ho potuto vedere il mio compagno dall’inizio del travaglio fino alla decisione del cesareo.
Ovviamente non è entrato in sala operatoria. Poi avendo partorito alle 7.30 di sera e con anestesia totale è rimasto fino alla mattina.
In seguito poteva entrare solo mezzora la sera.
Ti sei sentita sostenuta in ospedale?
Ho avuto un’ostetrica fantastica, Lara, che già conoscevo perché aveva fatto nascere il mio 2 figlio.
È stata di una dolcezza unica.
Peccato che era accompagnata da un’altra ostetrica, di cui non faccio il nome, che poi si è rivelata poco professionale, l’ho sentita la sera, mentre stavo nella poltrona della stanza per l’allattamento, che mi derideva.
Quali misure di contenimento sono state adottate?
Tamponi, e nessuna visita se non del marito.
Eri spaventata?
Mi sono spaventata quando ho saputo che avrei fatto il taglio
Quando avete potuto rivedere amici e parenti per far conoscere il nuovo nato?
Solo una volta andati a casa.
Quali pensieri hai riguardo al futuro della vostra famiglia in questo periodo difficile?
È difficile gestire le visite ad un neonato quando c’è una pandemia in corso.
Se dici di non venire sei ignorante, se vengono a casa vivi nel terrore di contrarre il virus. Ci vorrebbe del buon senso…
A breve sempre su mammemarchigiane.it pubblicherò la seconda puntata, con i racconti di altre mamme che hanno dovuto partorire in pandemia all’Ospedale di Macerata.
Leggi: Partorire in pandemia: ancora all’ospedale di Macerata – 2a puntata
Seguiranno quelli di altre mamme che hanno partorito in altri ospedali della regione.
Partorire ad agosto..settembre sicuramente non sara` stato come farlo in pieno lockdown dove il mondo era praticamente fermo e in ospedale ti guardavano con distacco perche` in quel periodo ancora non si capiva niente e tutti avevano paura. Mia figlia e’ nata il 6 aprile 2020 a Macerata.
Per fortuna la seconda,se fosse stata la prima ne sarei rimasta traumatizzata ma comunque ogni parto e` a se` e se ci ripenso non ne custodisco un bel ricordo.