donna incinta partorire ospedale di senigallia

Un’altra mamma racconta il suo parto, avvenuto in piena pandemia, stavolta all’Ospedale di Senigallia.

Anche all’ospedale di Senigallia i protocolli di contrasto al Covid hanno fatto la differenza, segnando una cesura tra nascere prima e dopo lo scoppio della pandemia.

Una nuova tappa di questo viaggio della Regione attraverso le storie delle mamme e dei bambini nati in un momento decisamene particolare.

La protagonista di questa “puntata” è Tania, una mamma di un piccolo paese dell’anconetano.

donna incinta partorire ospedale di senigallia

La gioia di un abbraccio che finalmente scioglie le paure

Tania ha scelto di far nascere il suo secondogenito proprio all’ospedale di Senigallia.

Il piccolo è nato il 5 maggio 2020.

Come hai vissuto la gravidanza?

La gravidanza è andata molto bene. Ho lavorato fino a due giorni prima del parto e nonostante ciò non ho avuto problemi.

L’ultimo periodo ho avuto il pensiero di lavorare al pubblico nonostante il Covid e di che parto scegliere.

Alla prima gravidanza avevo fatto il taglio d’urgenza e potevo scegliere se fare un parto naturale o ripetere il taglio.

Questa volta avevo scelto il VBAC (parto naturale dopo un taglio cesareo).

Avevi paura di andare in ospedale per via del Covid?

No sinceramente. Ma mi sentivo sola per il fatto che mio marito non poteva accompagnarmi.

Com’è andato il parto?

Le contrazioni sono partite naturalmente il giorno prima della scadenza del termine, ma alla fine ho rifatto il taglio.

L’importante però era che il bimbo stesse bene.

Nella notte del parto ho potuto avere mio marito con me, fino a quando è nato il bambino, poi via subito.

Nei giorni a seguire solo un’ora al giorno.

Ti sei sentita sostenuta all’ospedale di Senigallia?

Si, in particolare un’ostetrica mi ha aiutato tantissimo.

Hai già avuto un altro figlio: quali differenze con l’altra esperienza?  

Completamente differenti visto il Covid e visto che la prima volta ho rischiato di perdere il bambino per un errore dell’ostetrica.

Quali misure di contenimento sono state adottate all’ospedale di Senigallia? 

Mascherina anche durante il travaglio, il padre fuori e in camera senza uscire nel corridoio.

Eri spaventata? 

All’inizio no ma quando ho rivissuto gli stessi segnali del primo parto mi sono agitata.

Quando avete potuto rivedere amici e parenti per far conoscere il nuovo nato?

 I nonni quasi un mese dopo, gli amici parecchio tempo dopo.

Quali pensieri hai riguardo al futuro della vostra famiglia in questo periodo difficile?

Non è un periodo facile soprattutto lavorativamente ma cerchiamo di essere positivi e speranzosi.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Non è stato facile affrontare la fine della gravidanza andando a lavorare con il Covid che incombeva, il sistema sanitario che si stava organizzando, senza mio marito con me e con bimbo di 3 anni a casa, una situazione che mai mi sarei immaginata.

La gioia di abbracciare il nuovo arrivato però ha superato tutto!


Asur Marche 2 – Senigallia


Altre mamme hanno inviato i loro racconti e nei prossimi giorni continuerò a pubblicare altri articoli, che descriveranno le loro esperienze negli ospedali della Regione.

Qui le prime storie pubblicate:

  1. Partorire in pandemia: mamme marchigiane raccontano – prima puntata (Macerata)

2. Partorire in pandemia: ancora all’ospedale di Macerata – seconda puntata

3. Partorire in pandemia: Ospedale di Ascoli Piceno – terza puntata

4. Partorire in pandemia: Ospedale di Civitanova Marche – quarta puntata

5. Partorire in pandemia: Ospedale di Jesi

6. Partorire in pandemia: Ospedale Salesi di Ancona

7. Partorire in pandemia: Ospedale di Fermo


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