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Oggi sempre più donne ricorrono alla PMA, Procreazione Medicalmente Assistita, per diventare mamme.

Sono passati oltre 40 anni dalla nascita della prima bambina concepita con PMA ma ancora oggi parlarne mette molti in imbarazzo.

È invece molto importante conoscere questa possibilità e capire a che punto siano arrivati i progressi della scienza.

Molte donne non riescono naturalmente a concepire un bambino: a volte si tratta dell’età non più giovanissima, altre dipende da problematiche varie, sia femminili che maschili.

Non è però ormai più scontato che debbano rassegnarsi.

Fece notizia, un paio di anni fa, la rivelazione di Michelle Obama, che nella sua biografia raccontò di aver fatto ricorso alla Fivet per avere le sue figlie.

Come lei, molte altre donne famose, anche italiane, hanno riportato la loro esperienza.

Sono tanti i bambini fortemente voluti che hanno potuto nascere grazie ai progressi della scienza.

Perché possa servire a tante donne che stanno vivendo questo difficile momento o che stiano valutando il da farsi, pubblico dunque l’esperienza di una mamma marchigiana.

Giovanna, di Civitanova Marche, ha impiegato circa due anni per diventare mamma, e la sua storia emozionante può dare speranza a molte.

pma procreazione medicalmente assistita donna incinta

Il mio percorso dentro il mondo della PMA nasce nel 2016.

Prima avevo provato più di un anno ad avere una gravidanza solo con l’aiuto di integratori atti a favorire la fertilità.  

Non più giovanissimi, io ed il mio compagno non volevamo perdere altro tempo e dopo aver fatto ulteriori analisi anche genetiche decidiamo di ricorrere alla PMA e fare dei tentativi di stimolazione con rapporti mirati.

Seguita dalla mia ginecologa ho fatto 3 tentativi ad intervalli di un paio di mesi l’uno dall’altro ma nessuno mi ha mai portato risultati.

A settembre 2016  mi rivolgo al centro Chianciano Salute per fare una fecondazione in vitro.

Qui, dopo aver fatto esami genetici approfonditi e isteroscopia, a gennaio 2017 inizio la stimolazione ovacitaria.

Fatto il prelievo ovacitario, dopo 5 giorni di coltura a seguito di icsi, (ovvero scelta del seme e immissione direttamente nell’ovocita) arrivo ad ottenere 5 blastocisti ( embrioni di circa 200 cellule) di ottima qualità.

Purtroppo non riesco a fare subito il transfer a causa dell’ingrossamento delle ovaie. Avevo prodotto molto ed ero andata in iperstimolo! 

Risultato: 10 giorni a letto con dolori, mal di schiena fortissimo e ovaie di 9 e 11 cm!

Intanto i miei embrioni vengono crioconservati.

Dopo due mesi faccio solo il percorso di preparazione dell’utero ma arrivo al transfer con dolori mestruali… sentivo che qualcosa non andava ma le ecografie mi dicevano che l’endometrio era intatto.

Dopo 14 giorni Beta negative come già immaginavo! 

Rifaccio il mio secondo tentativo ad ottobre 2017 e rimango incinta… ma ahimè ho un aborto dopo due settimane.

A gennaio 2018 ho ancora una unica blastocisti che mi aspetta. Mi preparo facendo l’impossibile. 

Flebo di intralipid, dieta chetogenica, soppressione ovarica dal mese prima, faccio ossigenazione uterina, metto viagra in utero ecc… mi sono giocata la mia ultima carta nel migliore dei modi!

Ed è arrivata lei, a ben 41 anni, e che era femmina l’ho capito subito. Solo una donna sa essere così forte da vincere una guerra.

Ho parlato solo dell’aspetto tecnico ed anche in minima parte, tralasciando l’aspetto emozionale.

Ma posso dirvi che la tenacia e la conoscenza della materia mi hanno guidata.


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Sapevo perfettamente come funzionava il mio corpo e avevo capito benissimo dove stava il problema!

La soppressione ovarica è stata l’illuminazione che ho avuto e che ho proposto al dottore.  

Anche la gravidanza non è stata facile con cure pesantissime e rischio di aborto fino al 5 mese, ma rifarei mille volte tutto!

Non conto quante punture avrò fatto, quanti dolori ho sopportato, quanto ho pianto… conta quello che ho oggi qui vicino a me! 

Conta aver avuto un compagno che mi ha supportato in un mondo a lui sconosciuto e che oggi mi ringrazia per averlo reso padre.

Le cure e le tecniche usate oggi possono fare tanto!

I problemi per noi donne possono essere vari… io in realtà avevo problemi di scarsa ossigenazione uterina e ovaie che lavoravano troppo.

Dopo due tentativi ho capito e abbiamo messo a tiro la cura insieme al dottore.


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Altre donne possono avere problemi di scarsa fertilità ed uteri perfetti… ho amiche che hanno accettato di diventare madri con gli ovociti di altre donne ed oggi sono felicissime.

Se si ha voglia di diventare genitrice e dare amore lo si può fare in tanti modi… con l’ovodonazione, la donazione del seme, con l’adozione.

Credo nell’amore indipendentemente dal sangue di appartenenza. 

In bocca al lupo a tutte le donne che vogliono diventare madri!

Giovanna


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