
Mamme e lavoro: un’altra voce si aggiunge al focus di mammemarchigiane.it
Stavolta la protagonista di “Mamme e lavoro” è Cecilia Franceschetti, alle prese con due lavori e un bimbo di 3 anni.
Cecilia è, prima di tutto, un’insegnante e titolare di una scuola di danza, categoria tra le maggiormente colpite nell’ultimo anno di pandemia.
Dalle sue parole emergono dunque con evidenza tutte le difficoltà che una madre lavoratrice deve affrontare in una sfida quotidiana che troppo spesso sembra più che altro una lotta contro i mulini a vento.
Cecilia: mi domando se il sacrificio valga la candela
Sono Cecilia Franceschetti, maceratese D.O.C., sono un’insegnante di danza classica e dal 2003 rappresento ed insegno presso la scuola di danza “ A Passo di Danza” a Piediripa.
Fino a 3 anni fa, quando è nato mio figlio, insegnavo danza anche a Montefano. Al mattino invece lavoro nel negozio dei miei genitori.

A quanti anni sei diventata mamma?
Sono diventata mamma a 38 anni. Ho aspettato un po’ troppo per paura di non riuscire a gestire un figlio con la scuola di danza…ma poi mi sono detta: o adesso o mai più!!!
È cambiato qualcosa nel tuo lavoro dopo che sei diventata mamma?
Sicuramente si.
La figura dell’insegnante di danza è un lavoro non riconosciuto a meno che non si insegni nei grandi enti come ad esempio l’Accademia della Scala di Milano e quindi non abbiamo maternità e tutte le altre tutele.
Non è facile trovare una sostituzione: le ore da sostituire sono tante e la difficoltà maggiore sta nel trovare colleghe che non lavorano nelle ore e nei giorni delle tue lezioni.
Pesa anche il fattore economico: pagare la sostituzione e non avere “salario”.
Quindi ho lavorato fino al giorno prima di partorire e dopo 14 giorni ero già in sala.

Cosa è cambiato?
Diciamo che fondamentalmente la cosa più difficile è stato gestire gli orari delle lezioni con le poppate.
Ho resistito 5 mesi, tirandomi il latte per il pomeriggio ma poi ho ceduto al biberon.
A parte la stanchezza fisica non indifferente (il mio corpo non era cambiato soltanto durante i 9 mesi con il pancione, ma anche dopo fisicamente si è e ci si sente diversi) anche psicologicamente non è stato semplice: da una parte il “dovere” di dedicarsi anima e corpo ai tuoi allievi, dall’altra il senso di colpa di dover “abituare” il piccolo fin da subito ai miei ritmi lavorativi.

Niente poppate a richiesta ma solo nei momenti calcolati di pausa, addormentarsi con la musica in sala e con il vociare della gente, e principalmente non avere la mamma tutta per sé.
Ho anche dovuto cambiare tutta l’organizzazione della preparazione dei saggi e delle lezioni…
Fare le coreografie con le cuffiette mentre il bimbo dormiva o alle 2 di notte è stata una bella sfida con me stessa e trovare le musiche facendogliele ascoltare e sceglierle in base al suo gradimento quando era sveglio è stato quasi divertente.
Poi dopo il primo anno ha imparato a giocare e a divertirsi nella sala di attesa con le mamme e le altre bimbe.
In sala l’ho sempre fatto entrare poco, e quelle poche volte sapeva che la mia attenzione non poteva essere per lui.
Poi è arrivato il Covid… e stiamo recuperando il tempo perso insieme.

Come ti sei organizzata per conciliare famiglia e lavoro?
Al mattino, stando in negozio, mi sono affidata a una baby sitter.
Di pomeriggio dalle 14.30 veniva con me a scuola di danza dove un po’ giocava con le bimbe che attendevano di fare lezione, un po’ mi hanno aiutato le mamme delle allieve che se lo “spupazzavano con gioia”, un po’ dormiva con la musica… poi alle 18 arrivava mio marito che lo portava a casa.
Io tornavo a casa alle 22…

Su chi hai potuto contare?
Su me e sulla mia forza e per fortuna anche su mio marito, bravissimo papà.
Tuo marito ha subito dei cambiamenti lavorativi dopo la nascita di vostra figlio?
No, per lui è rimasto tutto uguale.
Su chi ricade, per lo più, nella tua famiglia, il compito di cura dei figli? Su di te o sul tuo compagno, in che percentuale? Oppure alla pari?
Devo dire alla pari, ci siamo sempre divisi i compiti con naturalezza, cercando di stare tutti insieme il più possibile nei momenti liberi di entrambi.
Ora che la scuola di danza è chiusa da un anno ovviamente le cose sono un po’ cambiate e sono io che mi occupo di più di nostro figlio
Chi si occupa per lo più nella tua famiglia della cura della casa?
Sono una pessima cuoca ma una donna fortunata: io mi occupo delle pulizie e della cura della casa, ma la spesa e la cucina sono le mansioni di mio marito!
Si parla tanto di flessibilità. Quale sarebbe secondo te la flessibilità che potrebbe aiutare le famiglie?
La flessibilità in aiuto alle famiglie per ora secondo me è ancora un’utopia…
ci sono pochi nidi pochi comunali, e pochissimi che al massimo arrivano fino alle 18 o che sono aperti il sabato mattina.
Quando il piccolo sta male se non hai l’aiuto dei nonni come fai a fare le lezioni?
Recuperarle diventa un incubo, a chi lo affidi? Mica trovi una baby sitter al volo, e tra l’altro ti fideresti?
Anche ora con il Covid, non so come riescono le mamme a lavorare in smart working con i piccoli a casa, io faccio davvero fatica a fare le lezioni on line!
E chi invece lavora fuori casa? È davvero difficile… Non è un caso se sono sempre le donne a rinunciare al lavoro per poter occuparsi dei figli.
Degli aiuti economici più sostanziosi da parte dello Stato già sarebbero qualcosa…
Siamo in pandemia da quasi un anno: la categoria a cui appartieni è tra quelle che hanno subito più danni da questa situazione. Come hai vissuto e stai vivendo questo periodo, tra lavoro e famiglia?
Lavorando nel negozio dei miei al mattino, quando hanno chiuso i nidi ed ora l’infanzia ho avuto il “privilegio” di poter portare mio figlio con me.
Privilegio l’ho messo tra virgolette, perché comunque stando a contatto con le persone rischia di più che se andasse a scuola secondo me, e oltretutto è difficile gestirlo per 4 h in un negozio.
Comunque, non essendo un’attività essenziale abbiamo avuto e abbiamo tutt’oggi le chiusure forzate e quindi non ho il problema di come gestirlo.
Con la scuola di danza purtroppo siamo chiusi da un anno… e quindi i pomeriggi li passiamo insieme.
La parte buona e bella di questa pandemia è il rapporto con mio figlio, non avrei mai potuto godere di tutti i momenti della sua crescita in maniera così piena.
Rimane purtroppo il lato negativo e importante economico… non solo il mancato compenso sportivo da un anno, l’affitto e le spese fisse della scuola non si sono fermate e finora gli unici “ sostegni” arrivati hanno coperto soltanto 2 mesi di affitto.
La riapertura è ancora lontana, mi domando quanti allievi torneranno, quanti avranno voglia di tornare, quanti si sentiranno spenti e svogliati, quanti avranno i genitori che si potranno ancora permettere di far praticare sport ai propri figli…
Mi domando se il sacrificio economico di stringere i denti e provare a resistere valga la candela o se mi sarò indebitata per poi chiudere ugualmente la scuola….
Voglio ancora essere fiduciosa comunque… non so fino a quando ci riuscirò… ma voglio ancora crederci.
Indubbiamente ora capisco quando dicono che i figli ti danno forza nei momenti bui… non so spiegare bene il perché, ma indubbiamente senza mio figlio ora sarebbe tutto più triste e difficile da affrontare.
Aggiungi pure altro, se vuoi
Spero davvero che questa situazione finisca presto, i bambini e i giovani sono il futuro e in questo modo li stiamo perdendo psicologicamente.
In questo periodo sto cercando di prepararmi a quando potrò ritornare a insegnare danza, non solo con dei master riguardanti il mio lavoro in senso stretto, ma sto consultando una psicologa e coach adolescenziale per essere pronta ad approcciarmi con loro quando si tornerà in sala.
Il nostro modo di lavorare con i bambini e i ragazzi per forza di cose non potrà più essere quello di prima e io voglio essere il più possibile di supporto e preparata.
Vorrei riaprire la mia scuola con un incontro anche per i genitori con questa psicologa, perché credo che in questo momento sia molto importante essere aiutati.
Leggi le altre esperienze di mamme e lavoro:
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Ringrazio Cecilia per aver condiviso la sua esperienza.
Le sue riflessioni saranno certamente utili a chi si trova ad affrontare le sfide legate al tema “Mamme e lavoro”, ma anche a chi sta progettando di diventare madre in futuro
Se anche tu vuoi condividere la tua esperienza sul tema “mamme e lavoro”, scrivimi a mammemarchigiane@gmail.com o mandami un messaggio privato su facebook o instagram.