bambino con mamma sviluppo del linguaggio

Come avviene lo sviluppo del linguaggio?

Il logopedista, dott. Federico Re, dello studio Eureka! ci spiega le fasi di un processo naturale che suscita molte domande da parte dei genitori.


È lo strumento attraverso cui avviene il processo comunicativo.

Senza di lui non riusciremmo a relazionarci e ad andare avanti nella nostra più semplice quotidianità.

Insomma, in poche parole, non possiamo proprio farne a meno! Parliamo del linguaggio.

bambino con la mamma sviluppo del linguaggio

Ma in che modo avviene lo sviluppo del linguaggio?

Nel corso della nostra evoluzione abbiamo speso tempo ed energie per consolidare un sistema così incredibilmente articolato, paragonabile quasi a un istinto che ci spinge ad imparare a parlare, a comunicare, a definire ciò che ci circonda.

È questo il significato, tanto straordinario quanto sfaccettato, dell’apprendimento del linguaggio.

Piccola premessa: data la grande complessità della questione, dobbiamo considerare che lo sviluppo del linguaggio non si configura come un tracciato ben definito, lineare e identico per tutti.

Esistono, infatti, profonde differenze interpersonali, ovvero differenze con le altre persone, e intrapersonali, ovvero differenze all’interno della stessa persona.

Va quindi sottolineato che piccoli ritardi nella tabella di marcia non sempre sono segno di un Disturbo Primario del Linguaggio;

ciononostante, se dovessero risultare assenti o mancanti alcune delle tappe principali di questo “percorso di formazione”, saremmo di fronte a un segnale importante da non sottovalutare.

Sviluppo del linguaggio, primi mesi di vita

Durante i primi mesi di vita, il lattante non è ancora consapevole di sé: ha modo di cimentarsi con ciò che lo circonda e di provare a sperimentare i suoni, cercando di capire, soprattutto, se e come lui stesso è in grado di produrli.

Intorno ai sei mesi la laringe scende e hanno luogo vocalizzi e suoni più articolati che sfociano poi nella lallazione.

Un passaggio, questo, positivo ma non sempre presente in tutti i bambini.

In questi mesi, inoltre, aumenta l’attenzione del bambino verso i suoni e verso il linguaggio e, grazie all’acquisito del controllo del capo, il piccolo è in grado di girarsi verso chi parla.

Così facendo inizia a comunicare, indicando gli oggetti o le persone che lo interessano.

Nel primo anno di vita è necessario tenere sotto controllo l’udito e assicurarsi che il bambino senta anche i suoni più deboli.

Ad esempio una macchina rumorosa fuori casa o qualcuno che lo chiama da un’altra stanza, non solo la porta della cameretta che si chiude con forza o un cane che abbaia.

Per evitare qualsiasi tipo di problematica il consiglio è di rivolgersi al pediatra e richiedere uno screening dell’udito (se non già fatto alla nascita) e una valutazione comportamentale dell’udito.

Il bambino cresce, la consapevolezza del linguaggio

Crescendo, il bambino diviene più consapevole del linguaggio, riuscendo a comprendere il proprio nome, ad emettere sillabe separate dalla lallazione e a ritentare nel caso la comunicazione fallisca.

A cavallo del primo anno di vita affiorano e si rinsaldano le parole più comuni, che spesso vengono accompagnate a dei gesti, ed emerge via via un vocabolario interno.

All’inizio tale “glossario” è limitato e ristretto per poi aumentare fino ai 18 mesi, quando raggiunge una grandezza critica: circa 50 parole che consentono l’associazione tra i vocaboli e le prime frasi nucleari.

Dopo i 18 mesi

Dopo i 18 mesi si verifica un rapido incremento del vocabolario interno, che di frequente si accompagna ad un consolidamento dei fonemi e alla conquista del 50% delle consonanti.

Conquista ulteriormente rafforzata dopo i 2 anni, quando il bambino diviene in grado di esprimere dalle 100 alle 500 parole, stabilizzando oltre il 70% delle consonanti.

A questo punto la curiosità porta il piccolo a chiedere il nome delle cose per aumentare il lessico.

Le frasi diventano più complesse e assumono una struttura Soggetto-Verbo o Soggetto-Verbo-Oggetto.

Dopo i 24 mesi

Se verso i 24 mesi il bambino non produce molte parole e non ha ancora iniziato a legare le parole in enunciati semplici (come mamma-acqua, papà-palla o cane-corre), sarebbe opportuno effettuare un incontro con un logopedista per una visita e una valutazione, così da capire, eventualmente, come poter stimolare lo sviluppo del linguaggio.

Nel corso del terzo anno di vita lessico ed eloquio si perfezionano sempre più, allo stesso modo delle abilità morfo-sintattiche come la coniugazione dei verbi e l’utilizzo corretto del singolare e del maschile/femminile.

L’età dei tre anni permette di avere una idea più chiara dello sviluppo del linguaggio .

Questo è il momento adatto per valutarne lo stato, affiancando, in caso, un percorso di trattamento diretto o di counseling specifico mirato a migliorare le aree più deboli (in base ai consigli del logopedista).

Dopo i tre anni

Superati i tre anni il linguaggio inizia a perfezionarsi, le semplificazioni fisiologiche scompaiono, si apprendono i suoni più eterogenei e ci si avvia verso un linguaggio adulto, che viene acquisito tra i 4 e i 5 anni.

Inoltre il lessico si fa sempre più ampio e si affinano anche le competenze meta-fonologiche (le capacità di manipolare i suoni), fondamentali per l’apprendimento della letto-scrittura.

Uno sviluppo del linguaggio armonico

Alla luce di tutto questo, la rilevanza del linguaggio appare evidente.

Se lo sviluppo dello stesso non fosse armonico e corretto, seguendo il corso che abbiamo sopra delineato, per il bambino potrebbero verificarsi profonde conseguenze.

Agire correttamente e tempestivamente è dunque fondamentale e dalla duplice valenza: sia per facilitare il processo comunicativo in sé, sia per essere d’aiuto nella costruzione della psiche e della personalità dei piccoli.

Qualche consiglio

Da ultimo, ma non per importanza, è bene tenere a mente alcuni semplici ma efficaci consigli, validi infatti per ogni stadio dello sviluppo del bambino.

Lasciate provare e riprovare il bimbo e, soprattutto, lasciatelo libero anche di sbagliare.

Ogni piccolo ha bisogno di tempo per rispondere a una domanda e non occorre riempire i momenti di silenzio.

Preferite sempre le domande aperte alle domande chiuse, ad esempio meglio chiedere “dove vuoi andare?” invece di un limitante “vuoi andare al parco?”

Favorite stimoli che spingano a parlare, stuzzicando la curiosità del bambino quanto più possibile.

Evitate di insistere sulla ripetizione di parole pronunciate male, in quanto la ripetizione non ha valore comunicativo.

Leggete e giocate con i vostri piccoli, visto che la lettura contribuisce a determinare un’idea di narrazione mentre i giochi rappresentano il miglior metodo per apprendere.

Cercate di adattare il vostro modo di relazionarvi alla crescita del piccolo;

ad esempio l’utilizzo di una parola semplificata può andare bene a due anni, ma a tre anni vostro figlio è sicuramente in grado di usare la parola corretta!

Dott. Federico Re, logopedista


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Il dott. Federico Re riceve presso il Centro Eureka! sia ad Appignano che ad Osimo.

Centro Eureka!, via Gramsci 15, Appignano (Mc) | Tel. 3454173428 | appignano@centroeureka.it

Centro Eureka!, via Montefanese, 24, Osimo (An) | Tel. 3288222474 | info@centroeureka.it

www.centroeureka.it

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