
Nelle Marche, come nel resto d’Italia, l’Homeschooling è una realtà ancora poco sviluppata ma in graduale crescita.
Negli ultimi anni infatti le famiglie che hanno scelto di fare Homeschooling anche nella nostra regione sono sempre più numerose.
L’istruzione parentale è infatti prevista anche dal nostro Ministero dell’Istruzione, che comprende la scelta di quelle famiglie che decidono di provvedere da sole all’educazione dei propri figli.
La scuola è aperta a tutti, secondo quanto stabilito nell’art. 34 della nostra Costituzione, ma esiste un’alternativa per chi non vuole frequentare le aule.
Ma com’è la situazione dell’ Homeschooling nella nostra regione?
Avevo già dato attenzione a questa scelta nel 2014: sette anni dopo, nel 2021, altre due famiglie si sono rese disponibili a raccontare a mammemarchigiane.it la loro esperienza con la scuola in casa.
Cecilia e Mariangela, una mamma di Ancona e una di Pesaro, mi hanno infatti permesso di dare uno sguardo alla loro realtà di genitori homeschoolers di bambini tra i 6 e i 13 anni.

Perché fare Homeschooling?
La scelta dell’istruzione parentale
Cecilia
Abbiamo scelto l’Homeschooling per avere più flessibilità nella nostra agenda familiare e per offrire ai bimbi un ambiente più intimo in cui sviluppare le loro abilità e capacità.
Abbiamo deciso dopo i primi 2 anni di scuola tradizionale di mio figlio grande, dopo aver notato una grande rigidità e anche una forte superficialità.
Questo è quindi per noi il secondo anno di Homeschooling per entrambi i bimbi, che si riferiscono rispettivamente alla quarta e seconda elementare.
Mariangela
Io e mio marito abbiamo sin da subito scelto di crescere i nostri figli nel modo più naturale e semplice possibile, con amore, gentilezza e rispetto.
La mia è stata una maternità ad alto contatto, quindi abbiamo fatto scelte come lo svezzamento naturale, l’allattamento prolungato, la fascia e tanto altro.
Eravamo sempre più convinti che questa fosse la strada adatta a noi e a conferma nostro figlio cresceva in modo sano e sereno. Del resto i bambini, come un bellissimo fiore hanno bisogno di fiducia e tempo per sbocciare.
Non avevamo necessità di iscriverlo alla scuola dell’infanzia, io ero a casa con lui.
Nel frattempo avevamo scoperto che era possibile non mandare i propri figli a scuola e ci è sembrata da subito una grande occasione, un modo di vivere meraviglioso anche se comportava assumersi delle responsabilità.
Per diversi anni ci siamo documentati sull’homeschooling all’estero, confrontandoci con chi aveva già fatto questa scelta.
Nel frattempo leggevo libri sulla pedagogia e tutto ci spingeva in quella direzione: l’educazione parentale. Quando nostro figlio Christian aveva 6 anni non avevamo dubbi, non lo abbiamo iscritto a scuola tra lo stupore di parenti e amici.
Quando abbiamo scelto l’homeschooling ci siamo concentrati sul fatto che in quel momento era la scelta migliore per nostro figlio, avevamo poco da criticare al contesto scolastico.
Oggi di motivi per non scegliere la scuola ce ne sono molti di più!
Abbiamo quindi iniziato a frequentare regolarmente la nostra biblioteca e a organizzare uscite didattiche e laboratori con amici.
Ci siamo poi resi presto conto che nostro figlio, pur non frequentando la scuola, imparava in modo sereno e naturale, socializzava con grandi e piccoli e non aveva alcuna difficoltà a relazionarsi.
Il tempo è volato e oggi è in terza media, mentre il fratellino comincia la primaria. I nostri figli non sono mai andati né a scuola né all’asilo.
A essere precisi, Christian ha frequentato per qualche mese la prima media, poi è esploso il problema Covid e ha concluso l’anno in DaD come tutti.
Quell’anno avevamo deciso di incoraggiare nostro figlio ad esplorare il mondo della scuola, volevamo continuare l’educazione parentale ma ci tenevamo che, da quel momento in poi, la scelta fosse condivisa. Sono stati pochi mesi eppure sono stati importanti per tutti noi!
Per mio figlio è stata un’esperienza significativa; sedere tra i banchi gli ha permesso di conoscere da vicino molte dinamiche scolastiche.
Lo stesso può dirsi di noi che abbiamo potuto scoprire la scuola con gli occhi di un ragazzo che la giudicava dall’esterno, senza condizionamenti.
Può sembrare strano, ma le sue osservazioni erano sempre interessanti, precise e assolutamente nuove per noi che siamo “fortemente scolarizzati”.
Una bellissima esperienza che ci ha fatto tornare con maggiore convinzione all’educazione parentale.
Siete in contatto con altre famiglie homeschooler?
Cecilia
Ora siamo connessi al gruppo Homeschooling Marche e conosciamo diverse altre famiglie che hanno fatto la nostra stessa scelta.
Mariangela
All’inizio eravamo pochissimi, ricordo che c’era solo un’altra famiglia che facevano homeschooling vicino a noi.
Per me è stato fondamentale trovare sostegno in rete per confrontarmi con altre mamme in Italia e all’estero, all’inizio soprattutto è importante avere supporto e trovare chi accoglie le tue domande, i tuoi dubbi e ansie.
Oggi nella nostra zona sono davvero in tanti ad aver scelto la scuola parentale e fra questi due mie care amiche.

Una scelta influenzata dalla pandemia?
Cecilia
Si, è stata influenzata dalla pandemia che ha esasperato le rigidità che avevamo già riscontrato io e mio marito: è stato un aiuto a fare il passo.
Quarantene e quant’altro avrebbero influenzato negativamente il nostro lavoro, visto che siamo entrambi liberi professionisti.
Poi ci preoccupava la mancanza di un ambiente sereno e sicuro per i nostri figli.
Mariangela
Noi abbiamo iniziato ufficialmente l’homeschooling molto prima della pandemia, e in parte sono felice di aver avuto tempo per metabolizzare una scelta così importante.
Come funziona l’Homeschooling?
Lo studente homeschooler deve sostenere degli esami di idoneità?
Cecilia
Per legge italiana, l’HS (Home Schooler) è tenuto di obbligo a sostenere solo l’esame di terza media. Il resto degli esami sono a discrezione del padre e della madre dello studente.
Se poi deciderà, di sostenere anche l’esame di maturità, lo darà come privatista in un istituto pubblico o privato di propria scelta.
Per nostra personale scelta, abbiamo deciso di far sostenere ai nostri bimbi l’esame di idoneità lo scorso anno.
E’ un controllo atto a verificare le competenze acquisiste, non si parla di promozioni o bocciature per nessuno degli esami di idoneità, fatta esclusione appunto dell’esame di terza media e dell’eventuale esame di maturità.
Mariangela
I bambini in educazione parentale ogni anno, entro il 30 giugno, sostengono un esame d’idoneità per il passaggio alla classe successiva.
Si possono svolgere presso le scuole pubbliche oppure in scuole paritarie. Gli esami sono regolamentati dall’ultimo D.M. 5 del febbraio 2021.
L’Homeschooling sostituisce tutto il percorso della scuola dell’obbligo?
Cecilia
Da quello che per ora ho compreso, si. So di ragazzi che si stanno preparando alla maturità, sia che abbiano sempre fatto HS che ci siano arrivati qualche anno fa.
Mariangela
Si, potrebbe sostituirlo. In Italia, per assurdo ci sono dei corsi Universitari per cui la presenza è obbligatoria.
Come avvengono la socializzazione, la gestione dei conflitti con i pari, il confronto con altre figure adulte alternative all’ambito familiare?
Cecilia
Secondo me, avviene tutto in maniera più naturale ad un ritmo più naturale che solitamente è molto più lento e in un ambiente più intimo.
I bimbi hanno i loro amichetti che incontrano per attività o per gioco puro, ci s’incontra in pochi spesso.
Ogni tanto si organizzano poi incontri più estesi e si condividono giornate di esperienze, di trasmissione di consapevolezza da un adulto all’altro e da un bambino all’altro.
L’intento è quello si educare i propri figli attraverso l’esempio, essendo il tramite noi tra i bimbi e l’informazione esterna e prendendoci la personale ed illimitata responsabilità del loro sviluppo individuale.
Mariangela
I bambini che vanno a scuola sono in classe per gran parte della giornata e il pomeriggio spesso sono impegnati tra compiti e attività extrascolastiche.
Molti immaginano gli homeschoolers chiusi in casa con mamma e papà esattamente come gli alunni a scuola.
La verità però è che noi abbiamo molto tempo libero e questo permette ai miei figli di vivere esperienze che hanno un grande valore ai fini della socializzazione e del confronto con il prossimo.
Sin da piccoli hanno imparato a relazionarsi con tutti coloro che incontriamo nel quotidiano e questo include i momenti in cui facciamo la spesa, giriamo per uffici e commissioni di vario genere.
Negli anni hanno avuto occasione di potersi confrontare in modo costruttivo con tante persone diverse tra loro, per età, ceto sociale e etnia.
Nel corso del tempo ho notato come la loro crescita emozionale li ha spinti a superare pian piano le loro ansie e paure e ad affrontare il mondo con fiducia, nel pieno rispetto dei loro tempi e della loro indole.
Torniamo all’esempio del fiore: abbiamo dato ai nostri figli l’opportunità di sbocciare al momento giusto senza esporli ad una socializzazione precoce o forzata, che li avrebbe portati ad aprirsi comunque, ma in modo più violento e con gravi ripercussioni nel tempo.
Del resto è in famiglia che ogni bambino crea i primi e forse più importanti legami che lo aiuteranno ad affrontare il mondo esterno con maggiore sicurezza e fiducia in se stesso.
Come genitori crediamo che educazione e rispetto siano fondamentali per vivere in una società civile.
E’ proprio in famiglia che i bambini piano piano fanno proprie le regole basilari, della civile convivenza. Se la famiglia è presente, e disponibile all’ascolto, i bambini crescono in modo sano.
Avere tempo ci ha permesso di viaggiare più spesso e ci da l’opportunità di partecipare a eventi culturali, laboratori didattici e escursioni con altre famiglie. Queste sono ottime occasioni per stringere legami con nuovi amici e bambini coetanei.
Quando mio figlio è andato a scuola, anche se per pochi mesi, eravamo curiosi di sapere come si sarebbe inserito.
E’ stata una vera soddisfazione quando i docenti ci hanno detto che Christian si era inserito senza problemi e, anzi, era un esempio di collaborazione e rispetto degli altri per l’intera classe!
Cosa studiate?
Cecilia
Per ora ci atteniamo in parte ai programmi del Ministero, usiamo i libri di scuola che ci vengono forniti comunque tramite le cedole librarie.
Poi le così dette discipline cerchiamo di vederle insieme attraverso l’esperienza diretta quotidiana, le scienze, la storia, la geografia per esempio.
Mariangela
La scuola non si basa sui programmi da oltre un decennio, oggi viene dato molto valore alle competenze da raggiungere.
Le Indicazioni Nazionali danno molto valore allo sviluppo dell’identità di un bambino più che all’apprendimento di nozioni. Le competenze mirano a incoraggiare il bambino ad apprendere in modo autonomo e responsabile.
Questo è valido per la scuola pubblica ma è valido anche per noi che scegliamo l’educazione parentale!
Del resto, prendere il programma che le scuole usano e replicarlo a casa può essere riduttivo e controproducente.
Personalmente trovo utile avere sottomano le competenze per l’anno di riferimento, poi scegliamo gli argomenti da trattare, dando priorità agli interessi, alle curiosità e ai ritmi del bambino.
In questo modo studiare diventa piacevole e imparare è una grande viaggio nella scoperta del mondo intorno a sé.
Utilizziamo dei libri di testo per italiano a matematica, in genere li scelgo dopo un’attenta selezione. Per il resto delle materie utilizziamo i libri della biblioteca.
Quando trattiamo un nuovo argomento scelgo tanti libri sul tema e li propongo ai ragazzi. Abbiamo la casa disseminata di libri e da ognuno apprendiamo un tassello importante.
Oltre che dai libri, ci facciamo aiutare da documentari e da professionisti del settore. Amo organizzare laboratori didattici ma anche partecipare a eventi culturali o ad attività didattiche presso musei o poli culturali.
Chi si occupa dell’istruzione dei figli homeschooler?
Cecilia
Sia io che mio marito ci occupiamo di seguirli sempre e ci è possibile data la flessibilità di orari completa che entrambi abbiamo.
Facciamo poi spesso riferimento a questo gruppo di bimbi in cui ci sono dei genitori o dei nonni che si offrono di trascorrere del tempo con loro, spiegandogli propriamente degli argomenti o raccontando storie, facendo lavori concreti manuali o attività fisiche ed esperienziali.
Siamo entrambi liberi professionisti, in più io ho preso un paio di anni per ritornare a studiare, quindi tra me e mio marito riusciamo a conciliare lo stare coi bimbi o accompagnarli dove necessario.
Sui libri di scuola diciamo che non ci stanno più di un’ora max 2 al giorno. Poi ognuno ha le sue passioni, il grande i fumetti che scrive lui stesso e legge, il piccolo gli atlanti di animali.
Il non sentirsi alla propria altezza può dipendere dal fatto di sentirsi molto legati al risultato.
Per noi invece questa scelta è stata anche determinata dal fatto che è il cammino che conta molto per ora, non il punto di arrivo, per cui non ci capita mai di non sentirsi all’altezza. Si fa quello che si può e si riesce in quel momento.
Mariangela
Principalmente io e mio marito! Per alcune materie però ci facciamo aiutare da professionisti, per esempio in Inglese e Musica.
Io e mio marito siamo diplomati, e siamo due persone curiose con tanta voglia di sapere. E’ questo il vero segreto della vita, riconoscere e ammettere che alla conoscenza non c’è fine.
Quando i nostri figli ci fanno delle domande, mostriamo loro l’importanza di cercare le risposte e in modo pratico, dimostriamo come fare ricerche in modo accurato e dalle fonti giuste.
Quando trattiamo un nuovo argomento studio con e per i miei figli, questo vuol dire che leggo i libri che abbiamo in casa, guardo con loro i documentari e discutiamo insieme di quello che abbiamo imparato.
L’apprendimento nella vita è continuo e, anche gli insegnanti devono studiare.
Per esempio mi è capitato spesso di fare consulenza a insegnanti, preparando per loro il programma da presentare in classe.
Possibile? Certo. Perché nel nostro ordinamento scolastico, un insegnante può insegnare inglese, pur conoscendone solo le basi, oppure può insegnare musica senza saper suonare uno strumento.
La differenza tra me e un’insegnante è che io sono mossa da una grande forza motivante, ho davanti a me i miei figli. A quel punto studio, passione e impegno mi aiutano a viaggiare tra le varie materie con i miei figli.
E’ chiaro poi che se posso scegliere preferisco che a parlare inglese con mio figlio sia una madrelingua o suonare uno strumento sia un artista!
Quando ho scelto di essere madre, insieme a mio marito abbiamo deciso che avrei lasciato il mio lavoro full time per dedicarmi alla nostra famiglia.
Lavoravo in ufficio e gestivo un reparto in un’azienda, per me non era conciliabile con la vita che volevo fare.
Da allora cerco di contribuire al budget famigliare con piccoli lavori occasionali. Alcuni di questi posso gestirli da casa, per altri sono stata costretta per dei periodi a lavorare fuori casa.
Diciamo che la nostra è una scelta di vita ben ponderata, quindi anche quando lavoro cerco di organizzarmi al meglio e di sfruttare il tempo nel miglior modo possibile.
Durante la mia assenza i bambini sono con il papà, con i nonni o con una baby sitter.

La vita di una famiglia homeschooler
Come si svolge la vostra giornata?
Cecilia
Solitamente facciamo riferimento ad un gruppetto di lavoro in cui andiamo spesso per qualche ora la mattina, poi i bimbi fanno sport, fortunatamente noi stiamo in campagna quindi loro hanno tempo da viversi in natura con loro stessi.
Teniamo molto all’economia domestica e ad una visione ecologica della vita.
I bimbi aiutano nelle faccende di casa, il grande sa già fare il caffè, il tè (il piccolo lo aiuta), aiutarmi in cucina, fare la frittata… fanno molti lavoretti tra di loro e con gli amichetti e cose simili.
Mariangela
Non replichiamo la scuola a casa, l’apprendimento per noi è continuo.
Leggiamo al mattino, di giorno, la sera; guardiamo un film e i bambini finiscono col farci molte domande su un nuovo argomento che ha catturato la loro attenzione.
Viaggiamo molto e questo arricchisce il bagaglio culturale nostro e dei bambini in un modo unico e profondo.
In tutto questo però, sono convinta che un piccolo impegno quotidiano dia molti risultati a lungo termine, quindi abbiamo un momento didattico in cui ci sediamo per scrivere e far di conto. In genere scegliamo la mattina.
Con due bambini non è sempre facile, però dando attenzione esclusiva prima all’uno e poi all’altro stiamo riuscendo.
Per alcune materie poi, li coinvolgo entrambi, tipo scienze, geografia, arte ed è bello vedere come ognuno apprende in base alla sua età ma anche all’interesse che ha!
Chiaramente questo è il nostro programma, il nostro modo di vivere l’apprendimento.
Il bello dell’homeschooling è che, come un vestito cucito da un sarto, si adatta perfettamente alla famiglia, ai bambini e ai bisogni dei singoli.
Da genitori di figli homeschooler, quali ricordi avete della vostra scuola?
Cecilia
Ho avuto un’ottima esperienza scolastica; non ho mai avuto un problema, ero una studentessa modello, ho avuto bellissimi rapporti con mastre e professori, oltre che con i miei compagni di scuola.
Quello che però ho potuto riscontrare quando i miei figli si sono avvicinati, era che i tempi sono cambiati (ora nettamente dopo la pandemia) e che io sono cambiata.
Quindi delle conferme dall’esterno di cui prima avevo bisogno, ora non ne ho più il bisogno e nella mia vita quotidiana acquisisco capacità, conoscenze e in generale ciò che mi serve perché è uno strumento che utilizzerò nel mio fare e non per sentirmi brava ai miei occhi o agli occhi degli altri.
Per spiegarmi meglio, non mi sento di non far vivere ai miei figli esperienze che per me sono state importanti, ma bensì di offrirgli un tipo di lente diversa da quello che ho usato io, che ritengo essere più adatta alla loro generazione.
Per quanto riguarda la socialità, sia noi che i bimbi siamo anime molto socievoli per cui loro vivono una molteplicità di esperienze meravigliose che si porteranno dentro nel corso della loro vita.
Mariangela
Ho bellissimi ricordi della scuola, ho avuto insegnati meravigliosi e sono stata davvero fortunata. Ero una studentessa modello e non ho mai avuto particolari problemi.
Quando però ho finito il mio percorso di studi, mi sono sentita persa e disorientata, nella società del lavoro i miei voti e i libri che studiavano non erano utili.
Ho dovuto ricominciare daccapo e cercare di capire cosa richiedeva da me il mondo del lavoro.
Ancora oggi trovo molto triste ripensare agli anni in cui passavo pomeriggi interi a studiare per un buon voto e per acquisire nozioni mnemoniche che non trovavano riscontro nella vita reale.
Mio figlio ha amici di ogni età, alcuni sono riferimenti importanti per lui, esattamente come lo erano gli insegnanti per me.
Ha il tempo e l’opportunità di potersi confrontare con tanti adulti come con i coetanei e questo lo aiuta a rimanere molto connesso alla realtà e di vivere esperienze importanti.
Ho imparato proprio dalla nostra esperienza scolastica che per i nostri figli, vogliamo una didattica esperienziale che gli permetta di capire in modo profondo quello che imparano.
Alle date e ai nomi preferisco che imparino ad essere critici e a ragionare con la loro testa. La capacità di ragionare e il coraggio di poter scegliere in modo libero li accompagnerà a lungo.
Che rapporti avete con i voti e la competitività?
Cecilia
La realtà è quella che noi stessi ci creiamo, mi viene da dire perché è una tesi che sostengo profondamente.
Come esempio, quello che io posso offrire da madre ai miei figli è che esiste il fare e il non fare, la competitività la percepisco come uno strumento volto a generare ansia e il più delle volte a rallentare se non a bloccare dei meccanismi di creazione che andrebbero avanti perfettamente nel loro naturale sviluppo.
Mariangela
Il problema sono i voti e la competitività in un’età in cui si sta costruendo la propria identità.
Essere continuamente paragonati, vivere sotto pressione potrebbe spingere un ragazzo a scoraggiarsi, a non credere più nelle sue capacità e arrivare al punto di sentirsi inutile.
Tutto questo porterà inevitabilmente forti ripercussioni nella sua vita futura, lavorativa e non.
Il nostro sistema scolastico non rispetta i ritmi di apprendimento di un bambino, il suo stile e i suoi interessi.
E’ un sistema che non premia il valore del singolo, le doti che lo rendono unico ma punta all’omogeneità.
Un bambino che cresce in una famiglia che lo rispetta e che lo rende consapevole dei suoi limiti, che lavora sui suoi punti deboli ma sviluppa i suoi talenti cresce sicurò di sé.
Per esperienza, posso dire che mio figlio è un adolescente sereno e sorridente e estremamente deciso!
Ha la capacità di inserirsi nei contesti più svariati e lo ha dimostrato nell’unica volta in cui si è seduto tra i banchi di scuola, quindi sono serena che saprà affrontare le superiori ma anche le sfide lavorative con la determinazione che lo contraddistingue.
Quali difficoltà nel percorso di Homeschooling?
Cecilia
Fino ad ora non abbiamo mai riscontrato nessuna difficoltà con l’HS.
Come dicevo prima, poniamo molta attenzione a rispettare i tempi del bambino senza forzature né imposizioni.
La cartina tornasole che questo approccio funzioni, lo abbiamo avuto l’anno scorso a giugno con l’esame di idoneità, dove gli insegnanti dell’istituto che ci ha ricevuto, sono rimasti sorpresi in positivo dalle competenze acquisite dai bambini che hanno ecceduto le formali aspettative.
Mariangela
Abbiamo scelto questa vita, e ogni anno rinnoviamo la nostra determinazione a camminare lungo questa strada quindi non posso parlare di grandi difficoltà.
L’unico periodo più buio è iniziato proprio con la pandemia, quando abbiamo visto limitare le nostre uscite.
Noi andiamo almeno una volta a settimana in biblioteca, amiamo i musei e gli eventi culturali e viaggiare è tra le nostre passioni.
E’ chiaro che da due anni a questa parte è il caos!
Posso però dire che cerchiamo di mantenere un atteggiamento positivo e cogliamo ogni spiraglio di normalità sia possibile.
Abbiamo ripreso a viaggiare, ad andare nei musei e a frequentare le biblioteche anche se ormai il mondo è cambiato!
Per saperne di più sull’ Homeschooling, puoi visitare il sito web di Mariangela: https://www.lalunadicarta.com/ e i relativi canali social.
Se poi sei interessata a promuovere i tuoi eventi o la tua attività su mammemarchigiane.it, leggi qui:
Salve, sono molto interessato. Vi chiedo la gentilezza di essere contattato. Grazie.
Sono educatrice scuola infanzia 3/5 anni di Pesaro, chiedo se possibile lavorare con voi.
Grazie, cordiali saluti
Tamara Bartoli 3382215526
Ma con voi chi??
Sono un docente di Lettere della scuola statale e vorrei lavorare presso la vostra Istituzione. Mi chiamo Massimo Morlino via M.Pantaleoni n.85 Macerata, tel.345/5078585.
Quale istituzione??