hikikomori

Hikikomori è un termine giapponese ormai piuttosto noto anche da noi.

Molti ragazzi e giovani adulti sono vittime dell’Hikikomori, chiudendosi in una situazione difficile da gestire.

Si tratta di un isolamento volontario, spesso all’interno della propria camera, senza mostrare interesse per qualsiasi tipo di interazione sociale.

La dott.ssa Silvia Cimarelli, psicologa e psicoterapeuta, ci spiega cosa significa, come intuire i primi segnali, come comportarsi.

Ecco il suo intervento.


Hikikomori, quando si rifiuta la socialità

Sebbene negli ultimi anni si senta parlare sempre più spesso di Hikikomori, questo fenomeno è ancora poco conosciuto.

In realtà l’Hikikomori era già molto diffuso, specialmente in alcuni paesi, prima dell’avvento del Covid 19.

Il termine giapponese indica una persona che sceglie in modo volontario di vivere ritirato per lunghi periodi dal mondo esterno, chiuso nella propria camera poiché disinteressato alla socialità.

Generalmente si tratta di adolescenti o giovani adulti (più raramente infatti si manifesta in età più avanzata).

Hikikomori infatti significa “stare in disparte” ma si tratta di una forma estrema di ritiro sociale.

Spesso questi ragazzi non solo interrompono la comunicazione ed i rapporti con l’ambiente sociale in cui vivono ma anche con la propria famiglia.


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Come si manifesta

Il ritiro può essere di vario tipo, sia rispetto all’intensità che ad altre caratteristiche tipiche.

Può manifestarsi ad esempio inizialmente con assenze occasionali a scuola, oppure con l’evitare certi eventi o uscite con i pari fino ad arrivare al rifiuto di uscire o avere contatti con amici e/o familiari.

Il ritiro sociale e l’isolamento possono arrivare così a strutturarsi fino a diventare una condizione in cui l’individuo può vivere anche per diversi anni e da cui quasi mai si esce senza l’aiuto di personale esperto.

Differentemente quindi da quanto talvolta si può pensare, l’hikikomori non é una fase della vita di un adolescente o una condizione momentanea che poi si risolve da sé ma un modo (non adeguato ma fortemente interiorizzato) di relazionarsi con il mondo esterno.

Il fenomeno è stato riconosciuto inizialmente (già dagli anni ’80) in Giappone dove ha avuto e ha tutt’ora una grande diffusione.

Chi è l’Hikikomori tipico

Per lo più sono maschi di ceto sociale medio alto, tra i 19 e i 30 anni e la definizione che ne viene data è piuttosto rigida: un individuo che per almeno sei mesi non va a scuola, non lavora e non ha contatti con il mondo esterno.

Ma si tratta in questo caso di una situazione conclamata, dove il disturbo si è già strutturato e prima di arrivare a tale condizione, vi è un processo graduale.

Per questo motivo è importante intervenire in modo precoce alla comparsa dei primi segnali che possono essere interpretati quali campanelli d’allarme.

hikikomori

I sintomi dell’Hikikomori

  • Scarso interesse per le relazioni “off line” con i coetanei o per attività che generalmente si fanno con i pari;
  • aumento del tempo trascorso da soli nella propria camera da letto (soprattutto se il tempo viene dedicato alle nuove tecnologie digitali);
  • inversione ritmo sonno-veglia;
  • evitare la scuola.

La letteratura internazionale sul tema conferma i dati giapponesi: più frequentemente sono colpiti soggetti maschi.

Le cause dell’Hikikomori

Varie sono le cause e fanno riferimento a fattori familiari, sociali e personali/caratteriali, ma non si tratta di una forma derivante da una psicopatologia pregressa (almeno ad un livello primario).

La causa non è poi l’utilizzo eccessivo di internet né un’educazione troppo permissiva dei genitori, che li ha portati ad essere pigri e ad evitare di impegnarsi in qualcosa (nella scuola, nello sport, ecc.).

Si tratta spesso di ragazzi molto sensibili e con un’elevata capacità introspettiva/riflessiva, spesso vittime di episodi di bullismo o comunque di esperienze sociali negative o fallimentari.

Frequentemente questi ragazzi si sono sentiti derisi, incapaci, inadeguati (ad esempio a scuola, in uno sport, nel rapporto con un coetaneo) o hanno provato vergogna.

Consapevolmente pertanto hanno scelto di evitare il confronto con i pari e non incorrere in altri rischi.

Come affrontare l’Hikikomori

La situazione di questi ragazzi pertanto non si risolve “staccandoli” dal pc o forzandoli ad uscire (si finirebbe solo per irrigidirli ancor di più nella loro posizione!).

E’ piuttosto necessario un lavoro continuo e graduale di riattivazione delle abilità sociali, di diminuzione dell’ansia sociale e del panico attraverso diverse strategie.

Si può ricorrere alla psicoterapia individuale, all’intervento domiciliare, al sostegno genitoriale, ad un reintegro programmato a scuola (attraverso piani didattici personalizzati ad esempio) e nel contesto dei pari ma in situazioni protette.


La dott.ssa Silvia Cimarelli è disponibile per consigli, sostegno e supporto nei casi di Hikikomori, ma anche per qualsiasi situazione di difficoltà, delle famiglie e dei ragazzi.

Dott.ssa Silvia Cimarelli, psicologa psicoterapeuta

San Severino Marche (Mc)

Su facebook Dott.ssa Silvia Cimarelli Psicologa/Psicoterapeuta

mail: silvia_cimarelli@yahoo.it

Tel / whatsapp 339 265 3900


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